🏟️ Il Derby infiamma la Capitale: 10 ricordi verso Roma-Lazio

Quella fra Roma e Lazio è una rivalità unica, diversa dalle altre. A due giorni dalla stracittadina, ripercorriamo i 10 Derby della Capitale più iconici, dove l'intera città si blocca per dare voce allo Stadio Olimpico

Lorenzo Ferrai
15 Minuti di lettura
Lazio-Roma
Lazio-Roma @livephotosport

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La storia del nostro campionato è caratterizzata da rivalità che hanno segnato diverse epoche, molto più che altrove. Dal famigerato Derby d’Italia, a quello della Madonnina, passando anche per contese più di nicchia come Palermo-Catania. La Serie A si distingue soprattutto per i dualismi cittadini, dove probabilmente spicca quello fra Roma e Lazio.

Due squadre che condividono la stessa città, ma dotate di due ideologie ben diverse. Entrambe però con una particolare devozione verso la Capitale e le proprie radici. La Lazio ha scelto di essere rappresentata da un’Aquila, simbolo delle legioni romane, mentre la Roma è nata sotto il segno della Lupa capitolina, a cui sono stati abbinati colori della città, il giallo e il rosso.

L’onore della Capitale

La rivalità fra Lazio e Roma ha radici antiche, anche se è esplosa realmente a partire dagli Anni ’90, quando la crescente egemonia del calcio italiano ha favorito l’ascesa di entrambe ai massimi livelli, da lì in poi sempre presenti nei piani alti della Serie A. Ogni sfida ha dunque rappresentato un pretesto di prevalenza di una squadra sull’altra.

In totale, Roma e Lazio si sono incontrate in gare ufficiali 182 volte. Bilancia che pende dalla parte dei giallorossi, impostisi per 67 volte, contro i 51 successi dei rivali cittadini. I pareggi sono invece 64. A soli due giorni dal Derby della Capitale, andiamo a ripercorrere gli incontri rimasti indelebilmente scolpiti nella memoria collettiva. Romana e non solo.

Roma-Lazio 2-2: la Juventus vola verso il titolo

Il 1980 è una data cruciale per il nostro calcio, sconvolto dallo scandalo del Totonero. Scommesse e partite truccate che mietono vittime nel campionato tricolore. Anche la Lazio e il Milan pagano dazio, venendo retrocesse in Serie B. Dopo tre stagioni di purgatorio, i biancocelesti si riaffacciano nella massima categoria.

Per la massima delle contrapposizioni possibili, nel 1983/84, la Roma è campione d’Italia in carica, nonché immersa in una lotta serrata con la Juventus. Il dream team di Liedholm si è aggiudicato il Derby di andata, infliggendo un secco 2-0 alla Lazio targato Nela e Pruzzo.

Al ritorno, la Roma è sempre grande favorita, ma i biancocelesti tirano fuori tutto il loro orgoglio e bloccano la partita sul 2-2. La doppietta di D’Amico rende vane le reti di Di Bartolomei e Cerezo. I giallorossi perdono il treno e spianano la strada alla Juve di Platini.

Di Canio come Chinaglia: la Roma cade dopo 10 anni

Da sempre tifoso laziale, Paolo Di Canio non scorderà facilmente il suo esordio nel Derby della Capitale, il 15 gennaio 1989. Dopo il calvario degli Anni ’80, la Lazio è tornata in Serie A, questa volta per restarci e non esita a togliersi lo sfizio di battere i propri cugini dopo 10 anni di dominio giallorosso.

Roma ribolle per una rivalità mai spentasi, anzi, candidata a infervorarsi ulteriormente. Proprio il giovane Di Canio è il protagonista che non ti aspetti. A soli vent’anni diventa uno degli idoli della Curva Nord, dopo aver tramutato in gol il cross basso di Ruben Sosa. Esultanza successiva che rievoca quella di Giorgio Chinaglia, sempre durante una stracittadina: corsa verso il settore romanista con il dito puntando verso la curva avversaria.

Mancini non basta, Totti riacciuffa il Derby

Nel bel mezzo del periodo d’oro del calcio italiano, anche Roma e Lazio iniziano a coltivare le proprie ambizioni da titolo. Nel torneo 1998/99, i giallorossi sono ancora in fase di costruzione, mentre i biancocelesti possiedono già l’organico per puntare al bersaglio grosso. Trascinata da Nedved, Salas e Mancini, la squadra di Eriksson si candida come pretendente per uno Scudetto assente ormai da 24 anni.

E il Derby di andata è un autentico spettacolo. Nonostante i favori del pronostico, la Lazio va in svantaggio dopo il tocco di Delvecchio, ad anticipare Marchegiani in uscita. I biancocelesti riescono a ribaltarla con due magie di Roberto Mancini. Il rigore realizzato da Salas fissa il risultato sul 3-1, ma la Roma ha la reazione d’orgoglio che conduce al definitivo 3-3, siglato da Di Francesco e Totti.

“Vi ho purgato ancora”

E se la gara di andata è un autentico spettacolo di gol, il ritorno è un monologo romanista. I giallorossi tornano ad aggiudicarsi una stracittadina dopo quasi cinque anni di digiuno e una marea di rospi ingoiati nei Derby precedenti. La Roma vendica lo smacco subito 15 anni prima, infliggendo ai cugini un duro colpo nella lotta al titolo.

È l’11 aprile 1999. La Lazio è prima, impegnata nella volata Scudetto col Milan. Ma neanche stavolta, i fenomeni di Eriksson sono sufficiente a fermare una Roma che si abbatte come un uragano sulla porta di Marchegiani. I giallorossi chiudono la contesa già nei primi 45′, con una doppietta di Marco Delvecchio.

Nella ripresa, il ritmo rallenta, ma in compenso sale il nervosismo. Paulo Sergio e Mihajlovic vengono espulsi, mentre la Lazio dimezza lo svantaggio con Vieri. Ma è un fuoco di paglia, perché Nesta viene espulso per fallo da ultimo uomo su Di Francesco.

In superiorità numerica, la Roma chiude la contesa con Totti, che ribadisce in rete la respinta di Marchegiani al 90′, prima di mostrare la famigerata maglia “Vi ho purgato ancora“. Sconfitta fatale per la Lazio, che perderà lo Scudetto in volata a vantaggio del Milan.

Nedved e Veron la ribaltano

Gli anni a cavallo fra i due millenni sono probabilmente i più intensi della rivalità capitolina. Roma e Lazio hanno la squadra per ambire al bersaglio grosso e non intendono lasciarsi sfuggire l’occasione, anche per spezzare l’egemonia di Juventus e Milan, che hanno cannibalizzato gli interi Anni ’90.

Nel 1999/00, la Juve di Ancelotti è lanciato verso lo Scudetto, ma la Lazio di Eriksson non intende mollare la presa e il Derby di ritorno alla 27ª giornata rappresenta uno snodo cruciale nella rincorsa ai bianconeri, sconfitti a San Siro dal Milan. Vincenzo Montella porta avanti la Roma dopo appena 3′ di gioco, indirizzando la contesa e, forse il campionato.

Ma i biancocelesti non intendono arrendersi e riescono a ribaltare il match in soli quattro minuti, con Nedved e Veron. Successo pesantissimo, poiché la Lazio accorcia in vetta, portandosi a -6 dalla Juve e facendo ufficialmente scattare l’operazione rimonta, che si concluderà, in maniera trionfante, all’ultima giornata, nello storico diluvio di Perugia.

Paolo Negro, autogol al sapore di Scudetto

E se lo Scudetto della Lazio era partito dal Derby, il campionato successivo porta invece le insegne giallorosse. La Roma di Fabio Capello è un autentico rullo compressore e arriva alla stracittadina forte di sette punti di vantaggio sui cugini. A ridosso del Natale, il Derby capitolino rappresenta la giusta motivazione per chiudere la prima parte di stagione col sorriso.

La tensione è palpabile, nonostante in campo ci siano probabilmente le due migliori squadre del campionato. Poco spettacolo, salvo alcuni colpi da giocoliere, come il triplo sombrero di Cafù su Nedved, che infiamma il pubblico giallorosso.

Un bloccato e deludente 0-0 si risolve al 70′, quando, nel tentativo di rinviare, Nesta colpisce il proprio compagno di squadra Negro, il quale, impotente, devia nella propria porta. È l’autorete che non ti aspetti, nella partita che non ti immagini. La Roma vince 1-0 e viaggia, pressoché indisturbata verso uno Scudetto vinto in volata, ancora contro la Juventus.

Montella e Totti demoliscono Zaccheroni

L’era d’oro delle Sette Sorelle vive il proprio canto del cigno, e forse il punto più alto, nel campionato 2001/02, per molti il torneo più avvincente di sempre. Se la Lazio delude le aspettative, uscendo anzitempo dalla lotta Scudetto e chiamando Zaccheroni al posto di Zoff, la Roma è fra le tre squadre che si contendono la vetta.

I giallorossi sono impegnati nel triello con Inter e Juventus. Alla 26ª giornata, il Derby d’Italia offre un’occasione unica ai ragazzi di Capello. A San Siro, il big match tra prima e seconda termina con un 2-2 che verrà seguito dal clamoroso epilogo nel Derby della Capitale. All’Olimpico, Totti e compagni rifilano una manita senza precedenti agli odiati rivali.

Protagonista assoluto è Vincenzo Montella, autore di una quaterna che annichilisce i biancocelesti, a cui si aggiunge anche una perla del capitano. Totti supera Peruzzi con il suo caratteristico cucchiaio, esibendo poi una maglia che recita “6 UNICA“, con dedica speciale a Ilary Blasi, che di lì a poco sarebbe diventata sua moglie.

Una serata indimenticabile per la Roma, che però perderà il titolo proprio al fotofinish. Al termine di un clamoroso pomeriggio di primavera, il famigerato 5 maggio 2002, sarà la Juventus ad aggiudicarsi lo Scudetto in volata, proprio grazie alla Lazio, vincitrice contro l’Inter all’Olimpico. I giallorossi potranno comunque concludere al secondo posto, scavalcando proprio i nerazzurri, spediti al terzo posto.

Lulic regala la Coppa Italia

I numerosi Derby Roma-Lazio, per quanto importanti ai fini del destino finale di ambedue gli schieramenti, non hanno mai realmente messo in palio un trofeo. La prima volta in quasi 100 anni di storia e rivalità, è stata nell’annata 2012/13. Appuntamento storico, in occasione della finale di Coppa Italia, allo Stadio Olimpico. La trama di un film, che può avere una sola vincitrice.

In una cornice gremita, va in scena un Derby piuttosto bloccato, e non potrebbe essere altrimenti vista l’enorme posta in palio. Poi è la Lazio a rompere gli indugi, al minuto numero 71, diventato una sorta di incubo dalle parti giallorosse. Lobont respinge in maniera imperfetta il cross di Candreva, trovando Lulic appostato all’altezza del secondo palo. La zampata del bosniaco regala la Coppa Italia ai biancocelesti e getta nello sconforto il popolo giallorosso.

Il selfie del Pupone

Smaltito lo sgarro subito nell’atto finale della Coppa Italia 2012/13, la Roma si riposiziona nelle zone nobili della classifica, anche se la Juve di Conte si rivela troppo forte per i giallorossi di Rudi Garcia. L’anno successivo, con l’avvento di Stefano Pioli, anche la Lazio torna a riassaporare le prime posizioni.

E il Derby di andata si prospetta come un’ulteriore sfida potenzialmente decisiva per stabilire le sorti di ambedue le contendenti. Il 18 gennaio, in un Olimpico gremito, in palio c’è il ruolo di anti-Juve. È la Lazio a partire meglio, portandosi sul doppio vantaggio, con due perle di Mauri e Felipe Anderson. Nella ripresa, Garcia gioca la carta Totti e il Pupone dimezza lo svantaggio, prima che il palo neghi il 3-1 ai biancocelesti.

I giallorossi sfruttano così l’inerzia della gara e trovano un insperato pareggio, grazie a una sforbiciata del proprio capitano, lesto a battere Marchetti in uscita. Curva sud in delirio e Totti si regala un selfie indimenticabile con i propri tifosi. Un 2-2 che lascia un po’ di amaro in bocca a entrambe, capaci comunque di entrare in Champions a fine anno.

L’unica gioia di Mou

La rivoluzione giallorossa dopo le sfortunate parentesi Di Francesco e Fonseca, porta a Trigoria José Mourinho, per una piazza che di colpo riprende entusiasmo, scottata da stagioni deludenti e povere di soddisfazioni. Lo Special One infiamma la Capitale, che ritrova entusiasmo, nonché il primo trofeo internazionale dopo oltre sessant’anni di attesa.

Nel 2022, la Roma porta a casa la Conference League e l’anno successivo sfiorerà il bis in Europa League, arrendendosi solamente al Siviglia in finale ai calci di rigore. Al roboante cammino europeo di Mou, si abbinano però dei campionati non altrettanto entusiasmanti. In tre anni, si conta solamente un Derby vinto dai giallorossi.

È la 30ª giornata, Roma e Lazio lottano per assicurarsi un piazzamento europeo. Al Derby di ritorno, le squadre sono separate da un solo punti in favore dei biancocelesti, vincitori all’andata. Stavolta è un monologo giallorosso. I ragazzi di Mourinho la sbloccano immediatamente con Abraham, per raddoppiare sempre con l’inglese a metà primo.

A cinque minuti dall’intervallo, arriva il momento della punizione capolavoro di Lorenzo Pellegrini, che certifica il dominio giallorosso nella stracittadina. La Roma sorpassa così la Lazio in classifica, anche se l’epilogo finale invertirà nuovamente le posizioni. Questa rimane tutt’ora l’unica gioia raccolta da Mourinho nel Derby della Capitale.