Umberto Zapelloni in ESCLUSIVA: “Leclerc come Villeneuve. Mondiale? Fondamentale lo sviluppo”

Umberto Zapelloni è intervenuto in ESCLUSIVA ai nostri microfoni per parlare del passato e futuro della F1, con uno sguardo al Mondiale 2022

Lorenzo Bosca
10 Minuti di lettura
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Umberto Zapelloni è una delle penne più note ed apprezzate del mondo dei motori e in modo particolare della Formula 1. Ex vicedirettore de La Gazzetta dello Sport, oggi collaboratore per Il Foglio, nonché ospite fisso su Sky Sport F1, Zapelloni segue da oltre vent’anni il motorsport, al quale dedica articoli, podcast e libri di grande successo. Come La storia della Ferrari in 50 ritratti o Rosso Ferrari. Intervenuto ai nostri microfoni, il giornalista ha rilasciato una lunga intervista circa il passato ed il futuro della Formula 1, a cominciare dalla commemorazione dei 40 anni dalla scomparsa di Gilles Villeneuve (lo scorso 8 maggio): una figura “mitica” della storia dei motori, sapientemente incorniciata da Luca Dal Monte, proprio insieme a Zapelloni, nel romanzo: Gilles Villeneuve. L’uomo, il pilota e la sua leggenda.

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Gilles Villeneuve
Gilles Villeneuve

Umberto Zapelloni: “Villeneuve faceva cose folli”

Chi era Gilles?

“Era un pilota che riusciva ad andare sempre oltre la sua macchina. Questo è quello che lo ha reso così popolare tra i tifosi, Ferrari e non solo. Era una persona leale, schietta e genuina. Pura, pensava alla squadra e aveva rapporti di amicizia con i suoi compagni. Cosa rara in F1. Si è sacrificato per il suo compagno Scheckter per aiutarlo a vincere nel 79’. E’ arrivato sconosciuto nella F1, aveva corso sulle motoslitta e in formule minori. É stata la grande scommessa di Enzo Ferrari, che aveva visto in lui quel talento grezzo che andava coltivato. Il debutto di Giles in F1 è stato difficile. Al secondo GP ci fu il terribile incidente in Giappone con dei morti. Distruggeva macchine più che arrivare al traguardo. Ferrari una volta gli fece ritrovare tutti i rottami davanti al cortile di Maranello per dirgli: “Guarda come mi hai ridotto la macchina”. Ha vinto poco, solo 6 GP (anche se all’epoca si correva meno). Arrivare allora a 25-26 vittorie era tantissimo. Era impossibile arrivare alle 90 vittorie di Michael (Schumacher, ndr). Sono comunque poche rispetto alla leggenda che si è creata intorno a lui”.

Un pilota che in pista faceva innamorare i tifosi perché faceva cose folli, che oggi porterebbero alla squalifica: finiva i giri su 3 ruote, cose rischiosissime anche per il pubblico e che oggi non sarebbero accettate. Mi ricordo quel mezzo giro che fece con l’alettone quasi staccato che gli copriva la visuale. Ha fatto cose folli. E lo si ricorda per dei duelli ruota a ruota, come quello di Digione del 79 con Arnoux, un duello per un secondo posto, nemmeno per la vittoria. Anche la F1 moderna, che ha nella sicurezza il suo mantra, mette spesso in copertina quell’immagine. Un duello estremamente leale, perché se le sono date, è vero, ma con lealtà, senza mai cercare di buttare fuori l’avversario, cercando di passare per primi alla curva, ma mai con l’intenzione di buttare fuori l’avversario. È vero che molti suoi colleghi lo reputano troppo pericoloso, ma non è mai stato un pilota scorretto. Magari faceva storcere il naso ai vari Lauda, che non gradivano questo suo modo di interpretare le corse e la vita. Ma non è mai stato scorretto nei confronti di un compagno di squadra o di un avversario. Erano cose lontanissime da lui”.

Nella Formula 1 attuale, c’è qualche pilota che le ricorda Villeneuve?

A parte Senna, uno che ha corso andando anche lui spesso oltre i limiti, e finendo la sua vita in pista come lui, oggi quelli che possiamo paragonare a lui perché hanno fatto delle cose cercando di andare oltre la loro macchina, andando un po’ oltre le righe sono sicuramente Max (Verstappen, ndr) e Charles (Leclerc, ndr). Verstappen è anche un po’ scorretto però, una cosa che Gilles non ha mai avuto. E’ stato un po’ esagerato nella cattiveria, nella scorrettezza; è uno che ha fatto cambiare i regolamenti sui sorpassi, costringendo la FIA ad intervenire per cambiare le regole sui sorpassi”

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E su Leclerc: “Leclerc anche con una Ferrari che non era vincente cercava sempre di tirare fuori dalla macchina quel qualcosa in più. Faceva ogni tanto anche delle cose inutili, soltanto per la voglia di essere il più veloce in quel giro. Nell’incidente di MonteCarlo, quando aveva già la pole in mano, ha fatto una cosa non puramente necessaria, ma ha voluto cercare di fare qualcosa in più. Erano cose che faceva anche Villeneuve e che gli hanno dato l’amore dei tifosi, quello che Leclerc sta avendo oggi dai tifosi della Ferrari, affamati da tanti anni senza vittorie e che vedono in lui la possibilità di ritrovare la vittoria finale”.

Umberto Zapelloni: “L’evoluzione della macchina sarà fondamentale”

A proposito di Ferrari, come giudica la stagione in corso?

“L’obiettivo Ferrari di questa stagione era quello di tornare ad essere competitiva ed è tornata. Ha vinto due gare su 5, con 3 pole su 5. L’obiettivo è stato raggiunto già nelle prime gare. E’ ovvio che ora non ti puoi accontentare, e adesso la Ferrari deve lottare per il mondiale fino alla fine, perché la stagione risulti completamente positiva. L’evoluzione della macchina sarà fondamentale. Abbiamo visto che al pronti-via la Ferrari sembrava avere un piccolo vantaggio, poi la Red Bull è ritornata davanti con dei piccoli aggiustamenti sulla monoposto.

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Adesso a Barcellona avremo le prime risposte importanti perché ci saranno le prime grandi novità della stagione da parte della Ferrari, e lì si capirà la struttura messa in piedi da Binotto, che in fin dei conti ha prodotto questa F1-75: una macchina molto diversa dalla altre vetture, ma che si è rivelata vincente, con qualche difetto che può essere migliorato, con un’evoluzione accorta della monoposto. Alla fine della stagione sarà l’evoluzione a decidere chi delle due potrà prevalere. Sperando che anche i piloti possano fare un po’ la differenza, come il regolamento consente”.

Chi è fuori dalla lotta Mondiale è la Mercedes, la rivalità Hamilton-Russell, può essere dannosa per la scuderia tedesca?

“Dannoso in fin dei conti no. La Mercedes sa di dover guardare al futuro, perché Hamilton non correrà in eterno, quindi aver già puntato su un giovane e aver capito che la scelta possa essere giusta è sicuramente qualcosa di positivo. Si pensava fosse in una transizione più tranquilla. E’ sorprendente vedere Russel regolarmente davanti a Hamilton. 4 gare su 5 ha chiuso davanti, però va anche capito che Hamilton, abituato a lottare per la vittoria, quando si trova a lottare per una quarta, quinta posizione al massimo, forse gli viene meno un po’ di motivazione rispetto a quella che aveva fino all’ultima gara dello scorso anno. Va detto anche che per la prima volta dai tempi di Rosberg, si trova un compagno di squadra molto veloce, che non è lì a fargli da secondo, anzi cerca di imparare il più possibile cercando anche di stargli davanti”. 

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Umberto Zapelloni
Umberto Zapelloni

Umberto Zapelloni: “Minì e Antonelli le speranze italiane per il futuro”

Abbiamo parlato del passato e del presente della Formula 1, esiste invece un futuro italiano in questo sport?

C’è Gabriele Minì e c’è Kimi Antonelli, sono le due speranze italiane per il futuro, di cui si dice un gran bene. Kimi forse è già un po’ più avanti rispetto a Minì. E’ nell’orbita di Toto Wolff e potrebbe essere uno degli uomini del futuro. Però oggi sappiamo che per arrivare in F1 non basta il talento, certo lui è già entrato nell’orbita della Mercedes, quindi non ha bisogno della valigia se dimostrerà di avere le qualità per arrivare a un posto. Però non ci sono più i tempi di Villeneuve, dove un grande costruttore andava a prendersi uno sconosciuto. Oggi cominciano tutti in un team satellite, che è quasi la squadra B dei top team. Dopo aver lavorato nelle formule propedeutiche devi arrivare che sei già pronto. A parte Verstappen che ha fatto il grande salto da bambino, tutti gli altri hanno fatto la trafila per arrivare alla F1. L’augurio è che Kimi possa andare avanti”. 

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