💭 Sogno Monza, obbiettivo Torino: Palladino e Juric tra Europa e futuro

L'Europa è lì pronta per essere presa, con Monza e Torino che vogliono sgomitare fino all'ultimo per ottenere tale sogno: un traguardo che peserà tantissimo sul futuro di Palladino e Juric, in bilico tra permanenza e addio

Lorenzo Zucchiatti
16 Minuti di lettura
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Per il secondo anno di fila la Serie A ha messo in luce una dominatrice assoluta che ha spento sul nascere eventuali lotte e dispute per lo scudetto. Prima il Napoli ed oggi l’Inter sono state mattatrici di due campionati mai in discussione, e va da se che l’attenzione si è spostata sulla zona Europa. Va bene le pretendenti per la Champions League, ma poco più dietro la bagarre coinvolge anche squadre come Torino e Monza, decise a giocarsi le loro possibilità.

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La classifica dice che, a poche giornate dalla fine, tutto è ancora in discussione, nonostante le due squadre sopracitate abbiano un approccio totalmente diverso alla possibilità di giocare in Europa la prossima stagione: un sogno per il Monza, che ha certamente ambizioni alte ma non già di questo tipo; un obbiettivo per il Torino, che dopo una serie di stagioni opache, tra investimenti e proclami, l’ha posto come focus dell’anno. Il suo raggiungimento condizionerà il futuro di Juric e Palladino, tra possibilità di permanenza e nuove avventure.

Monza solido: dalla prima volta in Serie A all’Europa

Partiamo da quella che, banalmente per una questione di classifica, avrà il compito più difficile. Monza ultimo del trenino che ambisce all’Europa, con 3 punti di svantaggio sul Napoli, ricordando che, con l’aiuto del Ranking UEFA, l’8° posto potrebbe bastare per la Conference League, e 5 dal 7°. Al di là del distacco però, ciò che stiamo avendo modo di vedere negli ultimi anni è un club estremamente solido.

Sì, esatto, meno di due anni fa i brianzoli accedevano per la prima volta nella loro storia in Serie A, tanto da essere, insieme ad Inter e Sassuolo, una delle uniche tre squadre a non essere mai retrocessa. Idee chiare tanto in campo quanto in società, che ne stanno facendo un modello virtuoso del nostro campionato. Un debutto in Serie A conclusosi con un onestissimo 11° posto, lo stesso che la squadra sta occupando in questo momento.

Esultanza Monza
Esultanza Monza @Twitter

Ora per il Monza può sognare in grande, in un anno caratterizzato dalla scomparsa del patron Berlusconi, che ha inevitabilmente colpito l’ambiente. Tra il fondo PIF e il gruppo Orienta Capital Partners, gli interessamenti per prendere in mano il club e renderlo ancora più grande ci sono, e i risultati della squadra sono ottimi per attrarre altri investitori.

Grazie ad una squadra con un anno di esperienza in più e ad un allenatore giovane ma colmo di idee come Palladino, il Monza sta dimostrando di poterci stare nei piani alti della classifica. L’Europa non è utopia, a maggior ragione se si considera che trattasi dell’unica che può puntare a tale traguardo con leggerezza e poca pressione.

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Coraggio e verticalità: il Monza di Palladino

Anche il tecnico dei biancorossi è figlio della tanto cara difesa a 3, gestita per lo più da uomini di esperienza come Pablo Marì, Caldirola, D’Ambrosio e Izzo, con l’aggiunta del 23enne Andrea Carboni. Al di là di questo ciò che piace della squadra di Palladino è il coraggio dimostrato nella fase d’impostazione, spesso votata alla palla a terra, e la verticalità per gli esterni e per i trequartisti, proprio a sprigionare il proprio talento.

Le armi a disposizione del Monza sono molteplici, dal gioco sulle fasce all’estro degli uomini che agiscono tra le linee come Colpani, Maldini e Mota. Rimane un sogno di difficile realizzazione, ma l’Europa è qualcosa di possibile sia per gioco espresso che per la spensieratezza con cui la banda di Palladino può affrontare questo finale di Serie A.

Pessina, Monza
Pessina, Monza @livephotosport

Esterni alti e sinergia Pessina-Gagliardini

Come accennato poco fa, determinante il lavoro degli esterni. Con palla condotta centralmente, anche con uno dei braccetti difensivi, questi si alzano di fatto sulla linea dei trequartisti, costringendo gli avversari a fare una scelta: seguirli e andare a chiuderli, lasciando spazio in mezzo per Colpani e co., o stringere permettendo loro di avere campo libero da attaccare sulla fascia.

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Per permettere tali movimenti, molto importante è la sinergia tra Pessina e Gagliardini, determinante per i risultati fin qui ottenuto dal Monza. Il primo, spesso utilizzato più avanti all’Atalanta, ha libertà di movimento, per curare tanto la regia quanto gli inserimenti; il secondo fa da schermo davanti alla difesa, dando copertura ed equilibrio. Senza scordare Bondo, classe 2003 che si sta disimpegnando bene alle loro spalle quando chiamato in causa.

Non solo Colpani: Maldini e Carboni di fantasia, attesa per Djuric

Il tutto per arrivare poi al reparto avanzato, dove Palladino lascia una certa libertà di espressione. Colpani è la punta di diamante di tale squadra, autore di 7 gol e 4 assist. Nonostante un calo in questa seconda parte di stagione, resta l’uomo in più del Monza, dal quale passano tutte le azioni interessanti. Un centrocampista completo destinato ad infiammare il prossimo mercato.

Andrea Colpani, Monza
Andrea Colpani, Monza @livephotosport

I brianzoli non sono però solo Colpani, posto che il materiale tecnico a disposizione di Palladino è decisamente di livello: si pensi alla fantasia di Maldini e Carboni, classe 2001 e 2005 che stanno mostrando colpi da grandi giocatori, o ad un Dany Mota che, anche se meno appariscente, si sta dimostrando uomo prezioso per la stagione del Monza. I giocatori per sognare l’Europa ci sono.

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Big sul mercato: da Colpani e Di Gregorio ai prestiti

Va da se che una squadra così pimpante, bella da vedere e che ottiene risultati, stia mettendo in mostra tanti talenti che fanno gola. I big che potrebbero partire sul mercato ci sono, a cominciare da Colpani e Di Gregorio: le grandi di Serie A osservano con attenzione due talenti che già la scorsa estate erano nella lista di Juventus e Inter, ma anche il Napoli, in odore di rivoluzione, pensa a loro.

Così si è però espresso Gianluca Galliani, figlio di Adriano a TV Play, su i due capisaldi della squadra: Colpani e Di Gregorio hanno due contratti lunghi. Se qualcuno vorrà portarli via da Monza dovrà impegnarsi. Michele è tra i portieri migliori d’Europa e non è assolutamente certo che possa partire”. Parole forti di chi sa che, tenendo duro, si potrebbe creare un progetto a lungo termine interessante.

Michele Di Gregorio, Monza
Michele Di Gregorio, Monza @Twitter

Oltre a Colpani e Di Gregorio, merita attenzione la situazione prestiti: Maldini e Valentin Carboni sono due giovani troppo interessanti per lasciarseli scappare, con il Monza deciso a trovare una soluzione per trattenerli in Brianza. Così Galliani sull’argentino: “Carboni ha potenzialità enormi. Ha bisogno di esperienza non può tornare all’Inter, deve giocare e portare avanti un percorso di crescita. Metterlo in un top team sarebbe un errore, ma credo che i dirigenti nerazzurri non lo faranno”.

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Chi sembra determinato a non lasciare Monza è capitan Pessina, tornato nella sua città natale proprio per portare la squadra verso lidi più alti: “Qui sto benissimo e stiamo facendo ottime cose. La società ci sta vicino tutti i giorni e vuole crescere ancora, vuole diventare una grande squadra. La mia prossima grande squadra sarà il Monza. Insieme a Palladino il sogno è l’Europa.

Futuro Palladino, tra Monza e Fiorentina: l’Europa la chiave?

Questo per quanto riguarda i giocatori, ma quale sarà il futuro di Palladino? Una domanda di difficile risposta e dagli scenari multipli. Va da se che la chiave Europa risulta determinante per poter pensare ad una permanenza, visto che le pretendenti al tecnico brianzolo occupano quei lidi. Dovesse centrare questo storico obbiettivo, il Monza avrebbe una carta in più da giocarsi.

💭 Sogno Monza, obbiettivo Torino: Palladino e Juric tra Europa e futuro
Palladino, tecnico del Monza @Twitter

Sempre Gianluca Galliani a Radio Kiss Kiss, a parlato ne ha parlato così: “È un’intuizione di mio padre, ci ha sempre visto ottime qualità. Lui e Berlusconi hanno avuto ragione nel dargli l’opportunità di allenare”. Futuro? Non è una questione attuale, non vuole parlare di mercato. Al termine della stagione è fissato un incontro con mio padre Adriano e Palladino per parlarne”.

All’orizzonte c’è una Fiorentina che si prepara a salutare Italiano e lo ha individuato, insieme a Gilardino, come possibile sostituto, ammaliata dall’ottimo lavoro fatto in quel di Monza. Molto passa dall’Europa, anche se, dovessimo fare le percentuali oggi, sono più alte quelle di un addio. Tutti discorsi che verranno ripresi al termine della stagione.

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Torino, ora o mai più: l’Europa è un diktat

Detto del Monza, chiamato questo weekend ad un vero e proprio scontro diretto contro il Napoli, passiamo al Torino, squadra con le stesse ambizioni ma con un percorso decisamente diverso. Due 10° posti consecutivi, ed anni di risicate salvezze, ciò non basta più alla piazza, e in tal senso va il lavoro di Juric. L’Europa è un diktat che lo stesso allenatore si è dato, in un vero e proprio ora o mai più.

Una stagione da montagna russa per i granata, che ha visto la squadra andare a correnti alterne e lo stesso Juric avere un rapporto conflittuale con la tifoseria, che non gli ha perdonato alcune uscite scomode. Ora però l’8° posto è ad un solo punto di distanza, mentre l’Europa League è a 2, e serve trovare quella continuità che è sempre stata il crucio del Torino.

Duvan Zapata, Torino
Duvan Zapata, Torino @livephotosport

Aggressività e contropiede: centrocampo bloccato

Un mantra di Juric è senz’altro l’aggressività che chiede alla sua squadra, con un pressing che deve essere condotto, a partire dagli attaccanti, non appena viene perso il pallone, per non dare modo agli avversari di ragionare. Una chiave importante nelle scorse partite che ha permesso al Torino un recupero palla alto e meno da strada da fare verso la porta avversaria.

Fondamentale per tale assetto è trovare equilibrio, ed un centrocampo piuttosto bloccato davanti all’uomo mercato Buongiorno a darglielo. I vari Ricci, Linetty, Ilic e Tameze non sono uomini d’inserimento ma di palleggio e contenimento, utilissimi alla causa. Juric chiede questo per poter poi dare spazio agli attaccanti e al suo vero asso nella manica: gli esterni.

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A tutto esterni: Bellanova sugli scudi

È sempre stato il punto forte del suo gioco, ed anche in questa stagione la cosa si sta ripetendo. Lo sviluppo in velocità sugli esterni è la prima soluzione offensiva a cui pensa il Torino, per poi andare a rifornire di cross i propri attaccati. Se sulla fascia sinistra nessuno dei giocatori adoperati ha brillato più degli altri, con i vari Vojvoda, Lazaro e Masina ad alternarsi, la musica è decisamente un’altra a destra.

Raoul Bellanova, Torino
Raoul Bellanova, Torino @Twitter

Stagione della consacrazione per Raoul Bellanova, dopo le ottime cose mostrate a Cagliari ed un’esperienza all’Inter dove non è riuscito a lasciare il segno. 1 gol, 5 assist e tante sgroppate a servizio di Zapata e Sanabria, spesso trovati brillantemente in area. Tali prestazioni gli sono valsi la Nazionale e la probabile convocazione per Euro2024, ed ora non rimane conquistare l’Europa col Torino.

Zapata e Sanabria affiatati, ma l’attacco è da migliorare

Giungendo al reparto avanzato, notiamo due facce della stessa medaglia: da un lato una coppia affiatata come Zapata e Sanabria, passata dal sembrare incompatibile ad inizio anno a punto fermo del Torino. 10 gol in questo campionato per il colombiano, tornato ad avere un progetto incentrato su di lui dopo essere stato messo alla porta dall’Atalanta, 5 per il paraguaiano, sempre protagonista di un gran lavoro per la squadra.

Dall’altro lato però un attacco che in generale deve migliorare: i numeri parlano chiaro, e dicono 29 gol fatti in 30 gare, con appena 4 squadre che in campionato hanno fatto peggio. Un dato decisamente allarmante che sta facendo la differenza al momento, e che deve cambiare per poter sperare in un tanto agognato ritorno in Europa. Urge un supporto maggiore a Zapata e Sanabria, e sta a Juric trovare la quadra.

Juric, Torino
Juric, Torino @livephotosport

Futuro Juric: Europa condicio sine qua non

Come fatto con Palladino e il Monza prima, stessa domanda: quale sarà il futuro di Juric? Situazione in questo caso diversa, posto che la qualificazione ad una competizione UEFA è un obbiettivo, anzi, una condicio sine qua non dettata dallo stesso allenatore, che ha annunciato l’addio nel caso in cui tale traguardo dovesse essere fallito.

La sensazione è che Cairo, nonostante un rapporto fatto di alti e bassi, sia soddisfatto del lavoro condotto dal tecnico croato, e proverà a trattenerlo anche senza Europa. Probabile però che un uomo tutto d’un pezzo come Juric possa farsi da parte dopo 3 anni al massimo senza arrivare all’obbiettivo. Non resta che abbassare la testa e puntare alle stelle, là dove sia il Monza che il Torino vogliono arrivare.

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