Serie B, Fair Play finanziario: il bilancio delle squadre

Carlotta Desirello
19 Minuti di lettura
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Il Fair Play Finanziario è una realtà che si è imposta nel mondo del calcio a partire dal 2010. L’obiettivo che si pone consiste nel cercare di migliorare le condizioni finanziarie generali del calcio europeo. Grazie ad esso, infatti, la UEFA monitora i bilanci dei club calcistici, in modo tale da evitare uno squilibrio dal punto di vista economico tra le squadre delle competizioni. Andiamo a vedere insieme come si è evoluto negli anni.

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Fair Play Finanziario, i cambiamenti negli anni

Come spiegato in precedenza, il Fair Play Finanziario è stato approvato nel 2010 ed è entrato in vigore a partire dal 2011, quando i club hanno iniziato a non dover avere dei debiti verso altri club, giocatori o autorità sociali e fiscali. Nel 2013, poi, è entrato in gioco il break-even, ossia l’insieme dei requisiti che richiede alle squadre di bilanciare le spese con i ricavi, quindi di spendere ciò che si è guadagnato. Ogni anno vengono analizzati tre bilanci annuali e devono essere rispettate le condizioni. In ogni caso, i club possono essere in rosso, ma fino ad un massimo di 5 milioni di euro per ogni periodo di valutazione, ossia tre anni. Inoltre, si può spendere a certe condizioni fino a 30 milioni di euro, a patto che il debito venga coperto totalmente da un contributo diretto da parte del proprietario del club o da una parte ad esso correlata.

Uefa
Uefa, l’organo amministrativo, organizzativo e di controllo del calcio europeo

Per quanto riguarda, invece, le sanzioni applicate in caso non venga rispettato il Fair Play Finanziario, è l’Organo di Controllo Finanziario dei Club a scegliere i provvedimenti che possono consistere in un semplice avvertimento, fino ad arrivare a multe, limitazioni nel numero di giocatori in rosa, decurtazione di punti, squalifiche da competizioni e, infine, nei casi peggiori, revoca di un titolo o di un premio.

Fair Play finanziario, i parametri da osservare

Se si vuole valutare se un club rispetta o meno i requisiti del Fair Play Finanziario, si può andare ad analizzare alcuni fattori. Innanzitutto, deve persistere la solidità aziendale e non devono esserci debiti scaduti. In secondo luogo, il patrimonio netto non deve essere negativo. In seguito bisogna rispettare il Break Even, ossia il pareggio di bilancio precedentemente citato. L’indebitamento finanziario netto, poi, deve essere inferiore rispetto ai ricavi, al netto delle plusvalenze. Infine, il costo del personale deve essere minore del 70% dei ricavi al netto delle plusvalenze. Bisogna comunque ricordare che, a causa della pandemia dovuta al Covid-19 che ha portato gravi conseguenze economiche, la UEFA è andata incontro ai club con alcune normative speciali.

La Serie B e il Fair Play Finanziario

Una volta chiarite le regole che stanno alla base del Fair Play Finanziario, andiamo a vedere insieme i bilanci tra acquisti e cessioni delle squadre di Serie B nella stagione in corso, 2021/2022, per scoprire quali squadre sono state le più virtuose sotto questo punto di vista. Per effettuare questa valutazione andremo a osservare sia le operazioni svolte durante la scorsa sessione estiva, sia quelle del calciomercato invernale.

Massimo Cellino, proprietario del Brescia
Massimo Cellino, proprietario del Brescia

I club più virtuosi: il Brescia al comando

Innanzitutto, andiamo a scoprire quali squadre si trovano con un bilancio positivo tra acquisti e cessioni nella stagione in corso. Il titolo di club maggiormente virtuoso della Serie B se lo aggiudica il Brescia. Il club lombardo, in particolare, per quanto riguarda i movimenti in entrata, non è andato a sborsare soldi, pur riuscendo ad aggiudicarsi giocatori di categorie superiori. In estate, infatti, sono giunti Rodrigo Palacio, a tiolo definitivo dal Bologna, e Medhi Leris in prestito dalla Sampdoria. Nel calciomercato invernale, invece, il Brescia ha acquistato dal Genoa Behrami, a titolo definitivo, e Sabelli e Bianchi, in prestito, sempre senza andare a spendere per i cartellini dei giocatori. Sul fronte cessioni, il club ha avuto modo di beneficiare ancora del trasferimento di Tonali al Milan, ricevendo 6,9 milioni dai rossoneri, oltre che da quella di Torregrossa alla Sampdoria, grazie alla quale ha percepito 6 milioni di euro. Infine, sono arrivati anche 150 mila euro dalla cessione di Fridjonsson all’Holstein Kiel. In totale, quindi, il bilancio del Brescia è in positivo per 13,05 milioni di euro. 

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Al secondo posto in questa particolare classifica si posiziona la Spal, che si trova con 10,55 milioni di euro di surplus. Sul fronte acquisti, il club ha speso 4,5 milioni per Di Francesco, il cui cartellino era di proprietà del Sassuolo, per poi girare il giocatore in prestito all’Empoli. Tutti gli altri movimenti in entrata, invece, sono arrivati in maniera gratuita e tra essi si può ricordare quello di Mancosu dal Lecce, a titolo definitivo. Dal punto di vista delle uscite, invece, la Spal ha guadagnato 6 milioni di euro, per l’operazione che ha portato Bonifazi al Bologna, e altri 5, per quella relativa ad Igor alla Fiorentina, oltre che 55 mila euro dalla cessione di Strefezza al Lecce. Nel calciomercato di gennaio, infine, la squadra emiliana ha venduto Demba Seck al Torino per 3,5 milioni di euro.

Il Frosinone, poi, ha un bilancio perfettamente in linea con il Fair Play, visto che, al momento, è in positivo di 7,21 milioni di euro, per la maggioranza maturati dalla cessione di Federico Gatti alla Juventus nel calciomercato invernale, da cui ha guadagnato una cifra pari a 7,5 milioni di euro. Una plusvalenza importante se si pensa che il difensore era stato acquistato ad inizio stagione dalla Pro Patria per 150 mila euro. Inoltre, la squadra non si è indebolita, visto che Gatti resterà in gialloblù fino al termine della stagione. In aggiunta, il club ha percepito anche ulteriori 180 mila euro dal prestito di Iemmello al Catanzaro. Sul fronte acquisti, invece, il Frosinone ha acquistato Calaj dalla Carrarese per 200 mila euro e Bozic dal NK Radomije per 120 mila euro, entrambi lo scorso gennaio.

Gatti
Gatti (Frosinone)

Al quarto posto, ma solo per 210 mila euro, troviamo il Crotone, che ha, infatti, un bilancio positivo di 7 milioni di euro. Gli acquisti che hanno comportato un impiego di denaro sono stati quelli di Nedelleauru dall’AEK Atene per 1,25 milioni di euro e quello di Saro dalla Pro Vercelli, per 300 mila euro. Dai movimenti in uscita, invece, il club ha guadagnato 500 mila euro dal prestito di Simy alla Salernitana, più ulteriori 3,5 milioni per il riscatto. Inoltre, dal prestito di Messias al Milan ha ricavato ben 2,6 milioni di euro, oltre che 1 milione di euro per la cessione di Crociata all’Empoli, 500 mila euro per quella di Marrone al Monza e 450 mila per quella di Molina sempre alla società di proprietà di Berlusconi. Queste cessioni, sebbene abbiano aiutato la situazione economica e finanziaria del club calabrese, si sono fatte sentire nella prima parte di stagione, visto che la squadra si trova in zona playout.

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Dal Pordenone al Lecce: gli altri club in positivo

Un’altra squadra a trovarsi nella lista dei club con un bilancio positivo è il Pordenone. Dal punto di vista degli acquisti, la società friulana ha speso 20 mila euro per Torrasi dell’Imolese in estate, mentre dalle cessioni ha ricavato 2 milioni di euro per il trasferimento di Vogliacco al Genoa, 1,5 per quello di Ciurria al Monza e 350 mila euro per quello di Tremolada al Modena. In totale, quindi, il bilancio è di 3,83 milioni a favore. Con 2,70 milioni di euro di surplus, invece, troviamo il Cittadella, che ha venduto per 2 milioni di euro il portiere Paleari al Genoa, per 1 milione Proia al Vicenza e per 300 mila euro Ogunseye al Modena. Dal punto di vista degli acquisti, invece, il club ha speso 300 mila euro per Tounkara della Viterbese e 300 mila euro per Antonucci della Roma.

Il Benevento, poi, si trova con un bilancio di 1,7 milioni in positivo. Dal fronte cessioni, infatti, ha guadagnato 900 mila euro per il trasferimento di Talibi al Rubin Kazan e altri 800 mila per quello di Caldirola al Monza. A incidere notevolmente nel bilancio, però, è il fatto che il club campano non abbia speso praticamente nulla in entrata, riuscendo comunque a mettere a segno alcuni colpi importanti, come, ad esempio, i prestiti di Forte, dal Venezia, e di Brignola, dal Sassuolo, oltre che l’acquisto del cartellino di Farias, che era svincolato dopo l’ultima parentesi al Cagliari.

Brignola (Benevento)
Brignola (Benevento)

Il Lecce, infine, chiude la lista del club con un bilancio positivo, con un surplus di 500 mila euro. Il club pugliese ha comunque effettuato parecchie operazioni, sia entrata che in uscita, come gli acquisti di Blin per 1 milione di euro dall’Amiens, quello di Strefezza dalla Spal per 550 mila euro, quello di Bjarnason dal KA Akureyri per 250 mila euro e quello di Di Mariano dal Venezia per 200 mila euro. A bilanciare i movimenti in entrata sono state le cessioni di Henderson all’Empoli per 1,5 milioni e di Fiamozzi, sempre alla squadra toscana, per 500 mila euro, oltre che proprio quella di Bjarnason a gennaio al Valerenga per 500 mila euro. Ad avere un bilancio perfettamente in pari, e quindi sempre in linea con il break-even del Fair Play Finanziario, è, invece, l’Alessandria, che non ha né guadagnato dalle cessioni, né speso per gli acquisti.

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Dal Como alla Reggina: i club che contengono le perdite

Apriamo ora il capitolo dei club in rosso con il bilancio. Iniziamo con quelli che, sebbene siano al momento in negativo, sono comunque riusciti a contenere le perdite. Il Como, innanzitutto, ha un deficit di 50 mila euro, dovuti all’acquisto di Kabashi dal Renate. Non avendo avuto modo di guadagnare dalle cessioni, la società lombarda è comunque riuscita ad assicurarsi alcuni giocatori provenienti dalla Serie A, come La Gumina, dalla Sampdoria, e Cerri, dal Cagliari.

La Cremonese, poi, si trova in rosso di 260 mila euro. Sul fronte acquisti, infatti, il club ha sborsato 200 mila euro per il prestito di Gaetano dal Napoli, oltre che 60 mila euro per Politic, ala del Bolton. Come nel caso del Como, comunque, la società è riuscita a mettere a segno importanti colpi a zero, come l’acquisto di Gondo dalla Salernitana e i prestiti di Di Carmine dal Verona e di Fagioli, Rafia e Zamanicchia dalla Juventus Under 23.

Nicolò Fagioli, centrocampista della Cremonese
Nicolò Fagioli, centrocampista della Cremonese

La Ternana, invece, con l’acquisto di Diakité dal Teramo per 500 mila euro, si trova con un bilancio in negativo, pari proprio a questa somma. La Reggina, infine, presenta un bilancio deficitario di 550 mila euro, per l’acquisto di Rivas dall’Inter. Per quanto riguarda, invece, i colpi a zero, il club calabro si è garantito Hetemaj dal Benevento e Galabinov dallo Spezia.

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I club che rientrano nei 5 milioni di passività

Come spiegato in precedenza, 5 milioni è una soglia importante per quanto riguarda il Fair Play Finanziario, perché è il limite massimo entro cui si possono avere delle perdite, anche se si dovrebbero considerare i tre anni del periodo di valutazione nella loro totalità. In ogni caso, andiamo a vedere proprio quali sono gli altri club che si trovano con un bilancio negativo, ma che rientrano ancora sotto questa soglia. Il Cosenza si trova in rosso di 700 mila euro, dovuti all’acquisto di Hristov dallo Slavia Sofia per 600 mila euro e a quello di Pandolfi dalla Turris per 100 mila euro. Dal punto di vista delle cessioni, invece, il club non è riuscito a monetizzare in questa stagione.

Anche il Perugia, poi, ha un bilancio di 700 mila euro in negativo, dovuti, però, a diverse operazioni, sia in entrata, sia in uscita. La squadra umbra, infatti, ha acquistato Matos dall’Udinese per 800 mila euro, Vano dal Verona per 500 mila euro, Santoro dal Teramo per 300 mila euro e Di Noia dal Chievo per 100 mila euro, girato poi in prestito. Dal punto di vista delle cessioni, invece, sono partiti Nzita per 750 mila euro con destinazione Pescara, oltre che Sounas, che si è trasferito al Catanzaro per 200 mila euro, mentre Bianchimano alla Viterbese per 50 mila euro.

L’Ascoli, invece, ha acquistato in queste sessioni di calciomercato Iliev dal Botev Plovdiv per 400 mila euro, Collocolo dal Cesena per 200 mila euro e Baschirotto dalla Viterbese sempre per 200 mila euro, ottenendo, quindi, un bilancio in rosso pari a 800 mila euro. Infine, il Vicenza riporta 1 milione di euro di perdita, per l’acquisto del cartellino di Proia dal Cittadella, girato poi in prestito al Brescia. Il club, però, è riuscito anche ad aggiudicarsi in prestito Teodorczyk e De Maio dall’Udinese, Jordan Lukaku dalla Lazio e Ranocchia dalla Juventus under 23.

Lukaku
Jordan Lukaku, terzino del Belgio

I meno virtuosi: il Parma chiude la classifica

Tre, infine, sono i club che hanno superato i 5 milioni di perdite. Innanzitutto, il Pisa ha un bilancio in rosso di 5,16 milioni. La società toscana ha, infatti, acquistato Cohen dal Tel Aviv per 2,2 milioni di euro, Lucca dal Palermo per 2,1 milioni di euro e Touré dalla Juventus under 23 per 1,11 milioni di euro. A zero, invece, sono giunti Torregrossa e Puscas in prestito, rispettivamente dalla Sampdoria e dal Reading, per rinforzare ulteriormente il reparto offensivo. Sul fronte cessioni, l’unica remunerativa è stata quella di Ingrosso al Pescara per 250 mila euro. In ogni caso, a giugno probabilmente il Pisa cederà Lucca ad una cifra importante e potrà rientrare così dai debiti.

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Il Monza, poi, sebbene abbia messo a segno un gran mercato, finanziariamente parlando si trova in una situazione negativa, visto che ha 6,25 milioni di perdite. Il club, infatti, ha acquistato Mazzitelli dal Sassuolo per 3 milioni di euro, Ciurria dal Pordenone per 1,5 milioni, Caldirola per 800 mila euro dal Benevento, Marrone per 500 mila euro dal Crotone e Molina per 450 mila euro sempre dalla squadra calabra. A zero, poi, sono giunti Favilli, in prestito dal Genoa, Ramirez, che era svincolato, e Mancuso, questo gennaio, in prestito dall’Empoli, mentre hanno lasciato la base Boateng e Balotelli.

Ramirez-Monza
Gaston Ramirez, centrocampista del Monza

Il club che, però, si trova nella situazione più negativa per quanto riguarda il bilancio è il Parma, con ben 21,18 milioni di deficit. Gli emiliani hanno acquistato Valenti dal Lanus per 10,5 milioni di euro, Cornelius per 8,4 milioni dall’Atalanta, salvo poi essere ceduto per 5,12 milioni al Trabzonspor, Cyprien dal Nizza per 6,7 milioni, Juric dall’Hajduk Spalato per 2 milioni, W. Coulibaly dal Le Havre sempre per 2 milioni e Benedyczak per altri 2 milioni. Dei colpi decisamente importanti a cui si aggiungono quelli a zero di Franco Vazquez dal Siviglia, Buffon dalla Juventus, Danilo dal Bologna, oltre che Pandev e Simy, che sono giunti in questa sessione di calciomercato dal Genoa e dalla Salernitana, rispettivamente. Per quanto riguarda, invece, le cessioni, oltre a Cornelius, il club ha incassato 3,3 milioni dal riscatto di Darmian da parte dell’Inter e 2 milioni dall’operazione che ha portato Gagliolo alla Salernitana. Pezzella, Mihaila, Bruno Alves, Gervinho, Hernani e Kucka, invece, sono alcuni dei nomi che sono partiti a zero o in prestito.

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