🌍 Bologna incorona Thiago Motta: qui si fa l’Europa

Bologna sogna in grande grazie al condottiero Thiago Motta, protagonista di un autentico capolavoro: rossoblù quarti in classifica, con lo sguardo rivolto all'Europa, ormai non più un miraggio

Lorenzo Ferrai
16 Minuti di lettura
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Bologna sente il profumo dell’Europa, questa volta per davvero. Dopo diversi anni di anonimato, trascorsi perennemente a metà classifica, l’antica Felsina è tornata alla ribalta, con l’unico grande intento di abbandonare lo status di “squadra da massimo 10° posto”, per puntare a ottenere un posto al tavolo delle big. Una vera rinascita dopo i fasti di inizio Anni Duemila, mai più replicati.

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Questa nuova Età dell’Oro di Bologna ha un unico grande protagonista. Un giovane allenatore desideroso di lasciare una propria impronta in questa epoca del pallone. Thiago Motta è il simbolo di questa squadra quasi perfetta, con grandi ambizioni di crescita, nonché in grado di affrontare a viso aperto le corazzate Inter, Milan e Juve. Tutte trasferte chiuse imbattuto.

Un campionato incredibile, ai confini della fantascienza, reso possibile da uomo e da un gruppo perfettamente coesi, uniti verso un obiettivo comune. Impensabile fino a qualche mese fa e ora incredibilmente alla portata. Mancano solamente 9 partite al termine di questa stagione. Dopodiché, Bologna conoscerà il proprio destino.

Thiago Motta, Bologna
Thiago Motta, Bologna @Twitter

Rinascita targata Thiago Motta

Nel 2022 si è esaurita l’era di Sinisa Mihaijlovic, rilevato proprio da Thiago Motta, pronto al salto di qualità dopo aver conquistato una faticosa salvezza alla guida dello Spezia nella stagione precedente. Il tecnico italo-brasiliano ha ottenuto il totale appoggio della società, optando per un gruppo giovane, improntando il proprio stile di gioco sul giro palla rapido partendo da dietro, unito al pressing alto.

Alle prime stagioni di rodaggio, è seguito un nono posto conquistato nell’annata 2022/23, risultato conseguito con il record di punti – 54 – nella storia del Bologna. Le basi per un progetto tecnico avanguardista e ambizioso ci sono tutte, ma in estate, Thiago Motta deve fare i conti con le dolorose cessioni di elementi di prim’ordine che smembrano la squadra.

Salutano elementi come: Cambiaso (tornato alla Juve dal prestito), Dominguez, Schouten, Barrow e Arnautovic, in rotta col proprio allenatore. Tutta gente di spessore nell’economia di squadra. I rimpiazzi rossoblù non rubano particolarmente l’occhio ai tifosi del Bologna. Si tratta, di fatto, di perfetti sconosciuti, se si eccettua l’esperto Remo Freuler, di ritorno in Italia dopo l’avventura Oltremanica al Nottingham Forest.

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Ma nel gruppo giovane consegnato a Thiago Motta sono presenti alcune figure di riferimento, che favoriscono l’inserimento dei nuovi arrivati. E il nuovo Bologna, dopo le prime giornate di assestamento, spicca ufficialmente il volo, inanellando una serie di prestazioni che spostano le attenzioni sulla nuova creatura dell’ex mister dello Spezia.

Thiago Motta, tecnico del Bologna
Thiago Motta, tecnico del Bologna @livephotosport

Il primo risultato degno di nota è il sorprendente 1-1 ottenuto in casa della Juventus, dove i felsinei escono con l’amaro in bocca per via della mancata concessione di un rigore per un fallo di Iling su Ndoye. I pareggi contro i campioni d’Italia del Napoli e l’Inter capolista certificano il valore di questa squadra, forgiata dal carattere di Thiago Motta.

Il condottiero Thiago: dal campo alla panchina

Una squadra che funzioni viene messa in piedi dai giocatori che scendono in campo e sviluppano gli automatismi. Ma gran parte di questo lavoro nasce dall’allenatore, il direttore d’orchestra alla base del sistema di gioco e del modo di interpretare le singole situazioni. Thiago Motta è stato uno fra i migliori centrocampisti che l’Italia abbia potuto ammirare negli ultimi 15 anni.

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Dotato di grande intelligenza tattica, fra le qualità dell’italo-brasiliano esisteva quella di saper leggere i vari momenti della partita, così da cambiare ritmo e variare il copione della squadra. Un atteggiamento camaleontico dunque, ricercando diverse soluzioni, meno prevedibili, ma prestando grande attenzione alle caratteristiche dei propri compagni. E questo modo di vivere il campo, Thiago Motta è riuscito a trasmetterlo anche da allenatore.

Il suo Bologna non si è mai snaturato, pur riuscendo a scrivere sempre uno spartito differente, di partita in partita. Questo perché, non avendo a disposizione i campionissimi delle big, Thiago Motta ha fatto leva su una struttura solida. Allo stesso tempo però, i ruoli sono solamente di facciata, dal momento che ogni singolo elemento ha dei compiti che trascendono la mera posizione sul rettangolo verde.

Esultanza Bologna
Esultanza Bologna @livephotosport

Un’enorme esercizio di intelligenza, che ha fatto le fortune di una squadra riuscita a issarsi, fin qui, al quarto posto, in piena corsa per l’Europa. E se è vero che il gruppo è ciò che conta, il Bologna attuale possiede comunque tre sostanziali uomini di spessore, divenuti protagonisti in un’annata che rischia di assumere i contorni del mito.

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I gioielli rossoblù: da Calafiori a Ferguson

Una squadra ben messa in campo, deve necessariamente possedere una spina dorsale forte. E il Bologna questa famigerata spina dorsale l’ha eccome. Più salda che mai. Oltre a un portiere di assoluta affidabilità come Skorupski, a prendersi la scena quest’anno è stato Riccardo Calafiori, vera rivelazione nell’ambiente rossoblù.

Il giovane difensore, è cresciuto nel settore giovanile della Roma, distinguendosi come terzino di spinta, prima che un grave infortunio al ginocchio ne mettesse a rischio la carriera. La rinascita è passata da Basilea, prima di approdare in Emilia, facendo così rientro in Italia. Thiago Motta ne ha studiato le caratteristiche ma, anche a causa di qualche assenza di troppo nel reparto arretrato, ha scelto di reinventarlo difensore centrale.

E in quella posizione inusuale, tutt’altro che familiare, Calafiori si è riscoperto un centrale sorprendentemente affidabile e soprattutto moderno. Oltre alle lacune difensive, colmate nel corso dei mesi, il classe 2002 ha avuto modo di scrollarsi di dosso le proprie insicurezze, prendendo in mano la regia della squadra. Difatti, in fase di impostazione, il numero 33 del Bologna sale spesso sulla linea dei centrocampisti, spingendosi in avanti spesso e volentieri.

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Lewis Ferguson, Bologna
Lewis Ferguson, Bologna @livephotosport

Una duttilità estrema, oltre a una capacità non trascurabile col pallone fra i piedi. Se in costruzione, Calafiori può essere considerato il valore aggiunto di questo organico, Lewis Ferguson ne è l’anima tecnica e carismatica. Il capitano del Bologna, giunto in Italia nel 2022, ha mostrato un gran feeling con il gol, che l’ha portato a realizzare la bellezza di 7 gol il primo anno.

Un trequartista atipico, poiché Ferguson non si limita a sfornare le imbucate. La sua tecnica eccelsa, unita anche a un’abilità tattica difficilmente rintracciabile altrove ne hanno fatto un vero e proprio jolly di centrocampo. Non di rado, capita di vedere lo scozzese abbassarsi in mediana, per aprire lo spazio agli altri incursori rossoblù, fra cui anche lo stesso Calafiori, scatenando di fatto un vero plotone di assaltatori che invade l’area avversaria.

Scorrevolezza e verticalità

Calafiori e Ferguson hanno maturato una certa intesa fin da subito, fattore che ha favorito l’intero lavoro di Thiago Motta. La manovra felsinea passa sempre dai piedi di entrambi, tappa obbligata per la circolazione del pallone che, secondo i dogmi del manuale dell’italo-brasiliano, deve risultare rapida e scorrevole, priva di fronzoli e soprattutto verticale.

Riccardo Calafiori, Bologna*
Riccardo Calafiori, Bologna*

In questo senso i movimenti di Calafiori sono indispensabili per un’uscita del pallone pulita. La ricerca della verticalità fa di Thiago Motta un perfetto creatore di gioco dai tratti internazionali, in antitesi con il vetusto credo di catenaccio e contropiede all’italiana. Nonostante questi automatismi di stampo offensivista, il Bologna balza all’occhio anche per la sorprendente stabilità difensiva.

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Basti pensare ai soli 25 gol incassati in 29 apparizioni durante questa Serie A, che si intrecciano con le poche opportunità concesse agli avversari. Tutto ciò, Thiago Motta è riuscito ad ottenerlo con armi apparentemente contraddittorie rispetto ai numeri, a cominciare dal modulo utilizzato.

Difatti, il 4-2-3-1 rossoblù non ha i connotati statistici che ci si aspetterebbe. Il Bologna viene perforato ben poche volte, proprio grazie al su citato pressing alto, che ne impedisce le ripartenze, trasformando l’eventuale azione difensiva in offensiva, per prendere d’infilata la difesa avversaria.

E tanti dei gol realizzati sono avvenuti in fase di ribaltamento, per effetto della verticalità richiesta da Thiago Motta, rendendo il Bologna una squadra difficile da leggere e da anestetizzare. L’ingrediente giusto per giocarsela fino alla fine e continuare a sognare l’incredibile piazzamento in Europa.

Zirkzee, Bologna
Zirkzee, Bologna @livephotosport

Zirkzee il 9 delle meraviglie

Il Bologna targato Thiago Motta è un’orologio dai meccanismi perfettamente oliati, che avanza inesorabilmente e conta i secondi che lo separano dall’ultima giornata. E nel tripudio di ruoli camaleontici e compiti tattici, l’ingranaggio che ha fatto maggiormente la differenza quest’anno è Joshua Zirkzee, capocannoniere della squadra e numero 9 titolare, nonché l’uomo mercato della prossima estate.

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Olandese, classe 2001, Zirkzee muove i suoi primi passi nella cantera del Bayern Monaco, che lo manda a farsi le ossa prima al Parma e poi all’Anderlecht. Nell’estate 2022 viene acquistato dai bavaresi con una grande intuizione da parte di Giovanni Sartori, ammaliato dal suo talento e dalla capacità di saper gestire il pallone. Dopo una prima stagione trascorsa all’ombra di Arnautovic, Thiago Motta lo promuove titolare dopo la cessione dell’austriaco.

Nel suo primo anno a Bologna, spicca in campo per la sua folta chioma di capelli, prima della definitiva consacrazione. Con il 9 sulle spalle, Zirkzee sa incarnare alla perfezione anche le migliori qualità del numero 10. In una squadra che aggredisce l’area di rigore soprattutto con i centrocampisti e gli esterni, un attaccante boa con le sue caratteristiche risulta un invito a nozze per i compagni.

Joshua Zirkzee, Bologna
Joshua Zirkzee, Bologna @livephotosport

Nonostante la sua altezza, 193 cm, Zirkzee non è una torre, e preferisce piuttosto affidarsi alla propria tecnica per dialogare con i compagni o aprirsi lo spazio in dribbling. I primi mesi della stagione 2023/24 sono caratterizzati dagli accenni di egoismo, che lo portano a essere etichettato come inconcludente e lezioso.

Ma Thiago Motta sa essere paziente e in poco tempo lo sgrezza e lo ripulisce dai difetti, ergendolo ad attaccante concreto, generoso e, soprattuto, cinico. Proprio ciò di cui Joshua necessitava. Una guida che lo istruisse e lo disciplinasse, così da permettergli di effettuare l’agognata metamorfosi.

A partire da novembre in poi, l’impatto di Zirkzee è stato pressoché devastante. Il suo rendimento in questa Serie A, 9 gol e 3 assist, gli ha permesso di moltiplicare il suo valore, attirando di conseguenza l’interesse di diversi top club europei. Dal Milan alla Juventus, fino ad arrivare all’Arsenal. La stella di Zirkzee è più splendente che mai e il Bologna ne pregusta l’eventuale cessione che si preannuncia alquanto remunerativa.

Bologna ai piedi di Thiago

I giocatori contano dunque, ma ancora più influente e decisivo risulta il lavoro dell’allenatore. Incentrato sul lavoro e sul miglioramento, Thiago Motta non ha mai trovato il tempo di polemizzare o cercare effimeri alibi. L’italo-brasiliano ha messo in prima linea il gruppo e i concetti, tralasciando le eventuali lamentele, di qualunque tipo esse fossero.

Dritto e focalizzato sull’obiettivo, il tecnico del Bologna ha bene in mente il percorso e la meta da raggiungere. E quanto raccolto in questa stagione, per quanto ancora da portare a termine, dimostra la forza di volontà del mister, indisposto nei confronti delle polemiche post gara, anche quando sarebbero potute essere lecite. Thiago Motta cresce e con lui anche Bologna. L’arrivo si intravede anche se mancano ancora le ultime curve da percorrere.

Ben più di un miracolo

Come già accennato in precedenza, la stagione mozzafiato del Bologna si rifletterà in maniera inequivocabile anche sul mercato. La bottega felsinea si candida a essere presa d’assalto durante la sessione estiva. Oltre a Zirkzee, anche Calafiori e Ferguson risulteranno pezzi pregiati in estate, prospettando diverse cessioni particolarmente fruttuose per il club.

Ma l’intento della società non è quello di vendere per rimanere semplicemente in attivo. La presidenza di Joey Saputo, presidente dal 2015, ha stilato un progetto che va ben oltre il semplice arricchimento. Bologna è una società storica, con una grande tradizione nel panorama italiano.

Un eventuale piazzamento in Europa non dovrebbe essere letto come un punto di arrivo, nonostante si tratterebbe di un risultato storico. L’annata condotta dal Bologna ha attirato le attenzioni anche sull’allenatore. La Serie A è in odore di cambiamenti sulle varie panchine e i top club non sono rimasti insensibili dinnanzi all’opera di Thiago Motta. E come per i suoi calciatori, anche l’italo-brasiliano si candida a ricevere svariate avanches in estate.

Ma forse la volontà di cambiare potrebbe subire un arresto, in concomitanza con i traguardi finali. Il quarto posto garantirebbe l’accesso alla Champions League, competizione mai disputata dal Bologna. E in quel caso, lasciare la nave risulterebbe quasi controproducente. La società è ambiziosa. Così come il proprio tecnico.

Chissà che, alla fine, Thiago Motta non decida di rimanere per proseguire la sua opera in una piazza colma di entusiasmo, ritrovatasi catapulta in un mondo che prima non le apparteneva. Si sa, la soddisfazione di un’impresa è direttamente proporzionale alla sua complessità. Il mercato si avvicina. Solo fra qualche mese Bologna conoscerà il proprio destino. E sognare non è mai un errore.

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