Moviola e narrazione: Juventus-Inter, l’incubo degli arbitri

Mancano poche ore al match più atteso dell'intera Serie A, che in questo momento vale il primato. Tra moviola, veleni e narrazioni costruite negli anni, Juventus-Inter è destinata sempre a far parlare di sé

Luca Vano
8 Minuti di lettura
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La zavorra più grande del calcio italiano, più di stadi fatiscenti e giovani non lanciati, più di ogni tipo di tattica che sovrasta il talento individuale, risiede nella cultura sportiva. Quella del nostro Paese è senza mezzi termini totalmente da buttare e rifondare. L’italiano nasce e cresce con l’idea del sospetto e diventa pian piano campione mondiale di dietrologie, valutando il calcio ogni domenica tramite due prestazioni: quella della sua squadra e quella dell’arbitro.

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Ebbene, esiste un match che più di Juventus-Inter ne abbia messo a dura prova pazienza e capacità decisionale? Rispondiamo in breve, noi per voi: assolutamente no. E all’Allianz Stadium torna una partita dal valore di uno Scudetto e pur sempre divisa tra fascino e veleno, storia e frecciatine. Unita dal nero, separata dal bianco e dal blu. Torna il Derby d’Italia, l’incubo degli arbitri di Serie A.

Juventus Inter 9-1
Juventus Inter 9-1

Maledetta primavera

Lo ha certificato in una delle sue ultime interviste l’ex direttore di gara Calvarese: Juventus-Inter? Non ti diverti, è un buco nero. Andando a ritroso è bene chiedersene il motivo, dato che nessun altra partita in Italia gode di tale fama e di un peso così grande da sospendere un arbitro del calibro di Orsato dalla direzione dei match dell’Inter per tre lunghe stagioni. Una decisione da metaverso, di sicuro comprensibile solo nel Paese del retropensiero.

Procedendo per gradi, Juventus-Inter pone le basi di una storica rivalità tra calcio e spettacolo, ma anche tra moviola e narrazione che ne conseguono ogni qualvolta le due più tifate dello Stivale incrociano i propri destini. In principio ci fu la primavera, nel vero senso della parola. Le giovanili nerazzurre scesero in campo per protesta nel 1961, dopo che il match originale fu rinviato per invasione del perimetro di gioco dai parte dei propri sostenitori. Iniziativa che la Juventus “punì” con uno storico 9-1, che sancì la prima grande barriera ideologica tra le due frange.

Ronaldo e Iuliano
Ronaldo e Iuliano

Tregua ed esplosione: il 1997/98

Juventus ed Inter, successivamente, incrociarono i propri destini essenzialmente in tema calciomercato a partire dagli anni 70 fino ai 90 inoltrati, sempre giocandosi i tre punti con un odio sportivo latente ma che mai ebbe modo di fuoriuscire nella maniera che oggi conosciamo. Mai, fino alla stagione 1997/98: l’annata del celebre contatto tra Ronaldo e Iuliano, primo vero spartiacque tra moviola e narrazione inerenti al Derby d’Italia.

Il Fenomeno dell’Inter entra in area, il difensore della Juventus si oppone e i due franano a terra: l’arbitro Ceccarini in quel momento diventa l’uomo più bersagliato d’Italia. La nazione si ferma, la Vecchia Signora riparte e si conquista a sua volta un penalty che fallirà con Del Piero – che poi la deciderà con una magia. Ma la fotografia destinata a circolare ancora oggi sugli schermi dei telefonini è quel petto a petto all’ingresso degli ultimi 16 metri.

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Era rigore? Sembra, da ogni angolazione. La maggior parte degli appassionati lo afferma, altri lo negano. Ma tutti dimenticano un altro episodio, avvenuto esattamente un girone prima. Si giocava Inter-Juventus e l’irruenza di Taribo West si abbatté sul collo di Inzaghi nell’area nerazzurra. Proteste e grida ma nulla di fatto, nel vero senso della parola. La sparizione dell’episodio dalla memoria collettiva è ancora ad oggi surreale: alla fine, Gigi Simoni batté Marcello Lippi 1-0.

Gli anni d’oro

Da quel celebre contatto nell’area del Delle Alpi, l’informazione italiana creò un precedente. Juventus-Inter, da quel momento, sarebbe stata capovolta e ribaltata al microscopio in cerca di episodi da commentare. Un’analisi quasi da entomologo che i moviolisti di turno si accingevano a produrre, a metà tra sadismo e servizio pubblico alla comunità di tifosi italiani.

E allora la storia, da quel momento, restituisce letteralmente di tutto. Nel 2000/01, il portiere van der Sar venne espulso per aver toccato il pallone con il braccio fuori area: oggi il VAR riderebbe, visto che la sfera colpì il petto. E, ancora, la Juventus grida allo scandalo nell’estate del 2005 in Supercoppa, dopo un gol annullato a Trezeguet per fuorigioco. Il francese, in posizione regolare, avrebbe pareggiato il gol-vittoria di Veron.

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Di contro, l’Inter lamenta nelle ultime annate un trattamento sconnesso da parte degli arbitri. Nel 2018, in un match decisivo per la Champions nerazzurra e lo Scudetto bianconero, Orsato fece il brutto e il cattivo tempo espellendo Vecino con l’ausilio del VAR e non facendo lo stesso con Pjanic dopo un fallo da karate su Rafinha. Una vicenda che il già citato Calvarese proseguì nel 2021, quando al netto di un rosso inesistente sventolato a Bentancur consentì a Cuadrado di segnare su un rigore totalmente insensato, per un non-fallo di Perisic.

Pjanic e Rafinha
Pjanic e Rafinha

Ancora? Davvero?

Sufficiente una lista del genere per convincervi dell’incubo che devono vivere gli arbitri di Juventus-Inter? Perché altrimenti ci sarebbe da citare il rigore in Supercoppa per fallo di De Sciglio su Dzeko, poi non dato ai bianconeri per la stessa dinamica tra Bastoni e Zakaria ad aree invertite. Oppure il mani di Vlahovic, sul gol decisivo di Kostic un anno fa non ravvisato da arbitro e tecnologia. Davvero, è ora di dire basta?

Juventus-Inter, parlare di sport

Forse è nella natura insita nel Derby d’Italia complicarsi la vita con episodi ai limiti dell’assurdo, quasi a scardinare quei punti vuoti del regolamento che puntualmente in Serie A non vengono mai toccati. Ma altresì è più probabile che sia chi circonda l’aura mistica di Juventus-Inter a voler cercare per forza la polemica. Il sotterfugio. L’irregolarità. E se ne alimenti, poiché al tifoso medio basta questo.

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Dunque viene da pensare che sia lui ad aver bisogno di una narrazione costruita con l’accento più forte su alcuni episodi piuttosto che altri, selezionati ad hoc per alimentare il gioco al massacro verso nomi, cognomi e società. Una carrellata che, al netto di vicende extra-campo, restituisce i profili delle vere vittime di ogni Juventus-Inter dagli anni ’90 ad oggi: gli arbitri. Qualcuno li salvi stasera, prima di scendere in campo allo Stadium. O riesca nel miracolo di farci parlare solo del risultato sportivo.

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