MotoGP, Sachsenring: Quartararo ipoteca l’iride, Bagnaia la saluta: Re Augusto II, Guevara coglie l’etere

All'approdare del circolo MotoGP al Sachsenring Fabio Quartararo ipoteca l'iride Mondiale, costringendo così Francesco Bagnaia ai saluti: la Sassonia incorona Fernandez Re Augusto II di Germania, Guevara coglie l'etere motociclistico nella categoria dei pesi piuma

Nicola Liberti
11 Minuti di lettura
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Moto3, Guevara coglie l’etere: Foggia secondo amaro

I. Guevara 10: Un weekend all’insegna di un dominio annunciato. Dalle prove sino al traguardo della gara, passando per le qualifiche del sabato, Izan sfiora la perfezione nella tappa al Sachsenring. La pole position sa di smacco per il rivale Leopard che, come solito accadergli in carriera, vede questa sfumargli davanti per una manciata di millesimi, anche se in Germania si può ben parlare di diversi decimi. La gara segue un copione delineato nel primo pomeriggio del sabato: scatto fulmineo, strappo furente nei primi giri e seguito di tornate d’assoluta gestione. Così Izan Guevara domina nel circuito tedesco e accorcia in maniera importante in ottica mondiale sul collega di box.

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D. Foggia 9: Weekend da 10 se non fosse che…se non fosse che corre anche Izan Guevara. La perfezione del giovane rivale spagnolo pone il weekend di Dennis quasi sotto una cattiva luce. Nelle qualifiche, rubando un modo di dire tanto caro ai tempi del dominio incontrastato di Marquez nella classe regina, “è il primo degli umani“. La domenica non è che un confermarsi di quanto già assaporato nella mattinata precedente: gara di assoluta velocità, tecnica motociclistica impeccabile e precisione, se non fosse che. Guevara fugge subito e non lascia chance alcuna al rocket. Apprezzabile e degno di nota lo smacco sul finale al rivale per il titolo Sergio Garcia, acutamente gestito nei lunghi tratti di gara in cui se l’è portato a seguito, brillantemente infilato all’ultima curva del weekend del Sachsenring.

Dennis Foggia - Sergio Garcia, Moto3 Sachsenring
Dennis Foggia – Sergio Garcia, Moto3 Sachsenring

S. Garcia 8,5: I “se non fosse che” qui raddoppiano. Gara di alto livello, divenuto ormai standard per il numero 11 di GasGas, divenuto, alla luce della tappa tedesca, probabilmente insufficiente a domare il riversarsi delle ire motociclistiche sul circuito del compagno Izan. Per lunghi tratti di gara funge da ombra al rivale Foggia, illudendosi di averne studiato approfonditamente strategie e traiettorie. Dennis di furbizia lo beffa con uno strappo sul finale, ricucito e riaperto da Garcia stesso in ultima curva, saldato definitivamente dalla contro-infilata del rocket Leopard. I punti di vantaggio non sono più molti, la distanza di sicurezza è stata ufficialmente infranta dal coinquilino in biancorosso.

A. Migno 8: Degno rappresentante della classe operaia e d’outsider concorrente, sebbene non alla vetta, sebbene non al titolo. Una tutt’altro che esaltante P15 nel sabato di qualifiche gli preclude rotte iridate in quel del Sachsenring, uno strike mancato di Tatay lo rilega all’amara lotta per la risalita dal fondo del gruppone sin da curva 1. Il talento made in Saludecio riemerge dalle acque torbide dello schieramento Moto3 tornata dopo tornata, sorpasso dopo sorpasso. Il concludersi di un weekend tutto fuorché semplice vede il Mig dipingersi un accennato sorriso in volto per la nona piazza conquistata.

Augusto Fernandez, Moto2 Sachsenring
Augusto Fernandez, Moto2 Sachsenring

Moto2, Re Augusto II di Germania: la ghiaia erode Vietti

A. Fernandez 10: Poco largo alle cortesie ed alle concessioni ad altri piloti: Augusto abbassa la visiera e mira dritto all’obiettivo vittoria. Allo start difende la terza piazza conquistata nel sabato, dopo una manciata di giri da spettatore rompe gli indugi, infila, strappa e saluta la compagnia per involarsi verso l’iride di Germania. Una gara all’insegna di un dominio insolito per lo spagnolo, che sino a pochi weekend fa sembrava non solo aver dimenticato come vincere, ma persino la sensazione provata tempo addietro nel vivere gare da protagonista. Il Sachsenring lo incorona Re Augusto II di Germania , come i GP vinti sin qui in stagione, e lo rilancia nella rincorsa al titolo.

P. Acosta 8,5: Da P11 a P2 è un attimo, o è forse il solo percorre 28 giri per conquistarsi il podio. Allo spegnersi dei semafori il tiburon di Mazarron è tra i più reattivi, come testimonia la quinta piazza strappata dopo il compiersi di una manciata di curve. L’aria buona degli scarichi del compagno del Team Ajo ne guida la risalita sino al secondo posto, salvo poi smarrire l’odore guida per via del collega fuggito troppo lontano tra le lande di Sassonia. Il podio riconsegna fiducia ed aumenta il morale ad un Pedrito troppo altalenante, in cerca di stabilità.

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Sam Lowes, Moto2 Sachsenring
Sam Lowes, Moto2 Sachsenring

S. Lowes 7,5: La dura resistenza opposta alle risalite del duo di Aki Ajo finisce con il far emergere l’animo combattivo del Sam dormiente, solo apparentemente destinato a salutare le prime piazze meritatamente guadagnate in qualifica. Il duettare con Pedro Acosta finisce per pennellare mirabili traiettorie d’alto motociclismo, questo fino a quando le due non incrociano ad una sola curva dal termine. L’ignoranza motoristica, con accezione assolutamente positiva, unita alla foga strabordante del britannico sfociano nell’immissione verso il traguardo, facendo collidere le due carene, nonché gli pneumatici dei due in causa. Alla fine la spunta il rivale spagnolo, ma Lowes torna tra le vette che gli spettano, ricominciando a dar gran battaglia ai protagonisti del weekend.

C. Vietti 4: Weekend ombroso al sapor di ghiaia. L’ottava piazza tanto sudata nel primo pomeriggio evapora sotto il sole battente del ring sassone. Il seguirsi dei giri accompagna il cedersi al ventre della classifica, ed al salutare le zone adibite ai punti importanti in ottica mondiale. A soli 7 rintocchi sul traguardo dal termine, Vietti gratta sulla distesa di ghiaia all’esterno di curva 4, erodendo su di essa il vantaggio nella classifica piloti.

Fabio Quartararo, MotoGP Sachsenring
Fabio Quartararo, MotoGP Sachsenring

MotoGP, QuartaraRe una volta ancora: Bagnaia sfuma il sogno

F. Quartararo 10: È gran gala di Francia in quel del Sachsenring, con Quartararo ad aprire le danze mondiali ed il connazionale Zarco a seguirlo per i festeggiamenti sul podio. L’immettersi in curva 1 davanti alla concorrenza, in quel momento ancora non autoeliminatasi, consegna al freddo Diablo le chiavi di gara ed iride Mondiale. Queste gli tornano utili dopo soli 4 giri, quando la caduta del rivale numero uno in ottica di prospettive future abbandona corsa e sogni. Fabio blinda così gara prima, e bis iridato poi. Il susseguirsi delle curve che lo separano dalla bandiera a scacchi sono l’esibizione di precisione di memoria elvetica nello stampare crono inarrivabili per la concorrenza, misti al fluire di pura classe su due ruote, apprezzata per lunghi tratti nel domare una Yamaha furente come il Diablo, impeccabile come l’eleganza di chi sa che a frapporsi tra sé ed il bis dei sogni, vi è il solo vincolo del tempo.

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J. Zarco 9: Quinto posto nella dolce dimora di Le Mans. Quarto posto tra le lande dolci per il motore Ducati del Mugello. Terza posizione consegnatagli dal frontman Aprilia in Catalunya. Secondo gradino del podio in terra sassone. Numeri di crescente importanza che incoronano, contro ogni pronostico, Johann Zarco come unico uomo in grado di scovare dove regna la costanza dalle parti di Borgo Panigale. Nella settimana che conduce alle porte dell’università dei motori, Johann è terzo nella classifica piloti, nonché più degno rappresentante della casa bolognese, la quale è certamente chiamata a riflessioni alla luce di questi freddi dati, in attesa di quelli della moto di Bagnaia.

Pecco Bagnaia, MotoGP Sachsenring
Pecco Bagnaia, MotoGP Sachsenring

J. Miller 9: Quale miglior modo di porgere i saluti alla casa che si è in procinto di lasciare se non un podio scaccia critiche. Questo deve aver pensato Jack allo sfilare dinanzi alla bandiera a scacchi. La Germania si rivela luogo in cui il Thriller Miller, di pregevole regia australiana, conosce un finale lieto, al contrario delle pazze gare alle quali ha da tempo abituato. I discorsi legati alla mente lontana dall’obiettivo in virtù di un addio già ufficializzato spettano ad altri sport. La conferma è made in Miller, coronando con il podio una gara sontuosa, vissuta con il pendere di un long lap sul proprio capo. Jack sgombra il campo da pensieri errati e lontani dalla sua persona, bissando così, in contemporanea con il collega Pramac, il brindare al risultato ottenuto. Con l’augurio di non scovare sul fondo dei flûte pensieri amari e duri come la ghiaia assaporata da Bagnaia.

F. Bagnaia 4: La ferocia agonistica ed il desiderio di riscatto lasciano ampio spazio alla rabbia ed alla frustrazione al chiudersi dei sipari. La sensazione che regni l’incolpevolezza del pilota c’è, quella che il Mondiale sia ormai discorso rimandato, anche per questa stagione, fa lo stesso. L’avvicinamento a quello che si presentava come il GP del riscatto, divenuto poi spartiacque stagionale, accompagnava Pecco con la sensazione che qualcosa di grande potesse accadere. Certamente l’accezione del termine alla quale il box Ducati ambiva non era quella poi presentatasi alla sola quarta tornata sul traguardo, quella dal sapore acre e dal retrogusto assai amaro. Bagnaia cade, ancora una volta, e potrebbe aver lasciato assieme ai frammenti della propria GP22 made in Borgo Panigale anche la speranza di riaccendere un sogno mondiale ormai, se si lascia campo alle emozioni, nuovamente sfumato. L’aritmetica non condanna, certamente non in fasi così preste della stagione, ma la sensazione che una grande occasione sia nuovamente stata gettata vige sovrana negli ambienti della rossa a due ruote.

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