MotoGP, Bagnaia re di un ‘Mugello di legno’ per Arbolino e Migno

Pecco Bagnaia re di un 'Mugello di legno' per Tony Arbolino ed Andrea Migno: trionfo azzurro in MotoGP, beffe nelle classi minori nel GP di casa

Nicola Liberti
18 Minuti di lettura
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Ad un anno esatto di distanza dalla scomparsa di Jason Dupasquier la MotoGP torna a correre il GP d’Italia. Quella che un tempo era la valle incantata del Mugiallo lascia ampio spazio, complice anche la scarsa presenza di pubblico, alla valle dei fantasmi per Bagnaia ed ai ricordi. I ricordi tristi legati alla scomparsa del giovane svizzero, i ricordi dolci di una moto ed un pilota che non corre e non incanta più nel suo Mugello. Qualche minuto per ricordare infatti c’è. La cerimonia per il ritiro del numero 46 dal circolo del motomondiale non poteva che avvenire tra le colline che, per sette volte, hanno incoronato Vale re dell’Italia dei motori, pronto oggi a cedere la corona all’erede in rosso.

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Allo spegnimento dei motori è gas e round otto, quello dell’atteso Mugello. Dalla Moto3 alla MotoGP, gli italiani corrono per rialzarsi. Andrea Migno per tornare a gioire dopo gare amare, nel segno della vittoria 2017, Tony Arbolino per impennare davanti a tutti scrollandosi di dosso la ghiaia di Le Mans, Pecco Bagnaia per saldare i conti col passato e disinfestare la valle dei fantasmi.

MotoGP, Bagnaia re di un 'Mugello di legno' per Arbolino e Migno
Andrea Migno guida il gruppo Moto3 al Mugello

Moto3, ‘Biondetti Thriller’ per Migno al Mugello

QUALIFICHE – Un Q1 avaro di grandi protagonisti e sorprese vede Yamanaka, Bertelle, Fellon e Munoz trasferirsi agilmente al turno successivo successivo. Dennis Foggia ed Andrea Migno sono, come è solito accadere, chiamati a tenere alte le bande del tricolore nella categoria inferiore. Se il primo viaggia da solo stampando a ripetizione 1:57-1:58, il secondo resta intruppato nello scorrere dei piloti sul lungo circuito del Mugello. Se dal cilindro, o dalla scia degli avversari, Deniz Oncu pesca un 1:56:8, questo non riesce alla concorrenza, sia questa in viaggio in solitaria o meno. Foggia si prende la terza piazza a precedere i rivali Mondiali Garcia e Guevara. Rossi fa ottavo, Bertelle tredicesimo, Migno solo sedicesimo.

GARA – Allo start Ogden è il primo ad abbracciare l’asfalto nel valzer di crash del pomeriggio toscano. Oncu, Moreira e Guevara, ampiamenti più reattivi della concorrenza nelle prime battute di gara, provano a frammentare il gruppo ed avanzare un’ipotesi di fuga. Ipotesi rapidamente cancellata dallo sbucare del Rocket sull’interminabile rettilineo che immette nella San Donato. Dennis Foggia, ripresosi una leadership che pareva spettargli di diritto sin dal venerdì, guida il gruppone prima di alzare il ritmo ed iniziare a porre i primi mattoncini verso un’importante vittoria. Nel forcing verso l’iride del GP di casa il cordolo sfiorato in uscita dalla Savelli si rivela fatale, richiamando a terra un Dennis pronto a volare via salutando la compagnia. Come Foggia fanno anche McPhee, Holgado ed Oncu, terminando anzitempo la propria gara per via di crash fatali al fine del perseguimento di punti. Nel mentre Migno e Rossi danzano tra colline e curve, tra avversari e sorpassi, risalendo china e classifica sino alla top 3.

Moto3, Mugello
Moto3, Mugello

Un Mig cauto stratega gestisce correttamente avversari e gara, salvo poi ritrovarsi nel folle vortice GasGas dell’ultimo giro. In lotta con i rivali spagnoli il padrone di casa tenta la gran beffa a poche curve dal termine, salvo assaporare il Mugello thriller dal trailer delle Biondetti. Guevara, Garcia e Suzuki gli privano la chance di tagliare all’interno, relegando il Mig-16 largo in ingresso alla Bucine. Sul traguardo è Thriller duro e puro all’apertura del ventaglio di scie dei sette rimasti nella contesa di testa. Guevara transita primo sul traguardo davanti al compagno Garcia, Suzuki ed un Mig beffato. La direzione gara commina poi, a gara terminata, un track limits al virtuale vincitore con il 28 stampato sul cupolino, scontabile unicamente con la perdita di una posizione in classifica: l’arrivo in volata premia così una volta ancora Garcia. Rossi chiude 6°, Bartolini e Bertelle rispettivamente 8° e 9°, Oncu strappa inaspettatamente un punto nonostante la moto parcheggiata nelle colline nei pressi della metà di gara.

Moto2, Mugello
Moto2, Mugello

Moto2, beffa Arbolino nella prima festa Acosta: Pasini eroico

QUALIFICHE – La wild card che non ti aspetti viene concessa a Mattia Pasini, ex pilota Moto2 così come MotoGP ed oggi voce tecnica nel commento di Sky Motori. Il Paso illumina un Q1 intriso di speranze tricolori riportando alla luce ricordi d’un motociclismo che non c’è più, danzando tra le curve del GP, quasi, di casa e stampando tempi inavvicinabili un giro dopo l’altro. Sul concludersi della pima sessione l’ex 54 timbra l’1:51:6 che gli vale il consolidamento di una posizione già ottenuta, oltre che il miglior tempo registrato nel weekend.

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Tony Arbolino, Aldeguer e Ramirez sono anch’essi autori di ottime prestazioni, scadute però nella penombra del cielo nuvoloso e della stella più splendente di Pasini. Giunti al Q2 è dunque grande la rappresentanza azzurra, così come lo è l’Italia dei motori intermedi. Pasini ed Arbolino tornano a duettare ad un turno di distanza nella contesa per la prima fila, salvo però non fare i conti con l’inarrivabile Acosta, giunto al primo weekend Moto2 sulla falsa riga dei più frequenti della precedente annata. Il rookie maravilla fa infatti propria la prima fila ma non la pole, andata ad Aron Canet. Vietti, primo in rappresentanza del tricolore, chiude 4° davanti ad un Pasini eroico. Solo 8° invece Arbolino, ed 11° Dalla Porta.

Mattia Pasini, Moto2 Mugello
Mattia Pasini, Moto2 Mugello

GARA – Start a doppio shock per gli azzurri in griglia, con Vietti che non si rivela sufficientemente reattivo da permanere nelle posizioni guadagnatesi nel sabato di qualifiche, ed un Arbolino invece fulmineo al rilascio della frizione ed a balzare tra i primissimi sin dall’ingresso alla San Donato. Acosta e Canet davanti scavano sin da subito un solco profondo oltre un secondo a separarli dal gruppetto dei vari Arbolino, Ogura, Lowes e Roberts. Ancor più indietro Vietti si rivela nuovamente duro a morire e combatte verso la complessa risalita; Pasini cede invece via via alle complessità fisiche date da una possibile preparazione non al livello dei rivali, non colleghi, ed all’ardua guida in un tracciato tra i più dispendiosi in termini di energie dell’intero calendario motociclistico. A poche tornate dal termine però, le carte del mazzo Moto2 vanno rimescolate.

Canet conferma l’inconscia tendenza al vincere o non concludere la gara terminando a capriole nella ghiaia il proprio weekend. Celestino Vietti, che aveva raggiunto la terza piazza, non può rispondere o combattere con una Kalex che decide di spegnere sé ed un sogno italiano. Tony Arbolino relega invece il compagno di box Sam Lowes alla ghiaia con un’infilata in una staccata mal battezzata. Mentre la direzione gara commina un corretto long lap a Tony, Acosta attraversa il traguardo davanti a tutti, compresi Joe Roberts ed Ai Ogura che sopraggiungono con qualche secondo di ritardo. La pinna del tiburon non svetta in testa nel pomeriggio toscano, ma quantomeno si spinge pochi millimetri davanti ad Augusto Fernandez, battuto in volata. Pasini nel mentre è crollato verticalmente sino alla 15esima piazza, quanto basta per concludere a punti, quanto basta per un ritorno in scena tra l’eroico e l’impronosticabile.

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Francesco Pecco Bagnaia, MotoGP Mugello
Pecco Bagnaia, MotoGP Mugello

MotoGP, Bagnaia rinasce: a Pecco la corona del Mugello

QUALIFICHE – Improvvisi ed intermittenti scrosci d’acqua si riversano sul tracciato in occasione del primo turno di qualifiche della top class. Mentre ai box si studiano strategia e settaggi di moto, Brad Binder si lancia in pista con le slick scoprendo le carte verso quella che si rivela essere la strategia vincente per l’accesso al Q2. Di Giannantonio imprime in testa alla classifica più volte il proprio nome, anche in occasione dell’ultimo passaggio sul traguardo a disposizione, tagliando così fuori dai giochi più attesi Jack Miller. L’australiano a dir la verità, viene marcato a uomo da un Marquez in una condizione non tale da strappare autonomamente il ticket per il turno successivo, trovando così il tagliando vincente tra gli scarichi della Desmo di un Thriller Miller involontario protagonista di un film già scritto, con la regia dello spagnolo, solito ad atteggiamenti di questo genere.

La volontà di proseguire autonomamente nel Q2 non premia il Cabroncito, il quale viene richiamato al terreno del Mugello dalla scodata furibonda della propria RCV, in fiamme e piegata in due dopo il crash. La red flag esposta è premonitrice di fiumi di rosso ducati nelle prime file. Difatti Diggia, Bez e Marini si prendono i primi tre posti della griglia, davanti a Zarco, Bagnaia, Quartararo ed Aleix Espargaro. Solo 10° Bastianini a precedere il rivale per il rosso, Jorge Martin, ed il citato Marquez.

GARA – L’occasione più ghiotta delle carriere del trio in prima fila passa anche da uno start oculato e conservatore, tale da consegnare loro la leadership all’ingresso delle prime curve in gara. Quartararo beffa sin da subito i contendenti al titolo balzando 4°, davanti ad Aleix. Il discorso si fa differente se si sposta il focus sul duo Ducati chiamato alla rimonta al B&B rosso, a Bagnaia e Bastianini: i due restano nel ventre del gruppone, complice anche un cattivo inserimento alla San Donato, finendo così per perdere una manciata di posizioni. Il primo a rompere gli indugi è ancora una volta il Diablo, tanto abile nello scavalcare Diggia, quanto conscio dell’effetto che un proprio sorpasso ha nel progressivo risveglio di Bagnaia.

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Marco Bezzecchi, MotoGP Mugello
Marco Bezzecchi, MotoGP Mugello

Bezzecchi si gioca il jolly dell’anno, sin qui, tentando la fuga da rookie, presto adocchiata e riacciuffata da un Quartararo attento osservatore in seconda piazza. L’amico Bagnaia, con il passare dei giri, scorda presto Di Giannantonio, Zarco ed Aleix per mettere nel mirino il podio. Se i giri record in gara sospingono Pecco nella risalita, il lungo rettilineo si pone come giudice di diversi sorpassi: uno su tutti il doppio operato all’esterno ai danni del Diablo e del compagno d’Academy Luca Marini. La Ducati di Bez come quella di Zarco, due Desmo precedono le B tricolori della casa di Borgo Panigale. Lo spartiacque della gara è proprio il sorpasso dei due obiettivi nel mirino. Se Pecco una volta infilato Bezzecchi fugge via, la Bestia una volta vinto l’arcigno difensore Zarco getta nella ghiaia fiorentina il solito gran weekend di risalita, con il podio nel mirino. Ducati ed Aprilia, Bezzecchi ed Espargaro duettano per la terza posizione sotto un solo risorto tra le nuvole, così come Pecco in vetta.

Il frontman della casa di Borgo Panigale ingaggia una guerr di decimi con Fabio Quartararo, in una serie di giri al cardiopalma vissuti in equilibrio sull’elastico Ducati-Yamaha. A spuntarla sul finale è il torinese, sfrecciando sul traguardo come le frecce tricolori sul proprio casco, volando davanti a tutti a scacciare la valle infestata, a prendersi rivincite francesi e saldare i conti con il passato. Pecco c’è e vince tingendo il Mugello dei colori che porta sul drappo annodato al collo, Diablo 2° prima di Aprilia e Zarco. I due Mooney VR46 si seguono sul traguardo, con Scary Bezzecchi da apripista davanti a Marini; 10° Marquez prima di DIggia e Vinales, un solo punto per Jack Miller 15° mentre non incrementano il proprio bottino Morbidelli e Dovizioso, così come le wild card Pirro 18° e Savadori 22° in configurazione da tester.

Enea Bastianini, MotoGP Mugello
Enea Bastianini, MotoGP Mugello

MotoGP, Top&Flop

TOP –

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  • Bagnaia 9: Pecco sfiora la perfezione nel weekend del ritorno nella valle dei fantasmi. Salda i conti col passato toscano e trionfa in un Mugello carente di pubblico. Per la doppia cifra mancano una fuga decisa e la pole, tuttavia dimostra ampiamente la propria superiorità, gestendo anche un Diablo in formissima contro ogni aspettativa e pronostico. La rimonta ha inizio.
  • Quartararo 8,5: Nel circuito designato come quello del suo definitivo naufragio ai margini della top 10, Fabio resiste e si conferma nuovamente al top della forma. Le pecche quanto a velocità di punta di Yamaha perdono di peso quando nel terzo settore il Diablo danza tra le colline toscane avvicinandosi più volte al rivale Bagnaia, o rifilando attente stoccate agli avversari in precedenza. In un circuito decisamente ostico Quartararo trova un podio di livello, a soli sette decimi dal leader, così il Mondiale trema.
  • Ducati 8: Che fosse nuovamente la moto migliore tra quelle che prendono parte alle gare non vigeva dubbio alcuno, o forse si? Le critiche di inizio anno su una GP22 “inutilmente sviluppata” rispetto ad una GP21 apparentemente perfetta vengono cancellate dalle prestazioni da quattro Desmo nei primi sei posti. Zarco, Bez, Marini e Di Giannantonio in qualifica brillano, Bagnaia addirittura vince. All’appello manca solo Bastianini, terminato a terra lanciato in gran rimonta verso il podio. Ducati vince e convince, anche i più scettici.

FLOP –

  • Bastianini 5: Che il weekend non fosse dei più semplici era parso chiaro sin dall’alba del venerdì, ma farlo terminare in questa maniera era certamente qualcosa di non auspicabile né tantomeno pronosticabile. Alla vittoria di Le Mans segue la caduta nel GP d’Italia, e la grande perdita di punti in campionato. Guardando oltre ai meri 0 punti raccolti la delusione può essere in parte cancellata dal volto della Bestia. Tutti i pezzi del puzzle di Bastianini sembravano, come spesso accade, unirsi verso la più classica delle rimonte del 23. La Bestia incauta incappa invece in una frenata errata che ne cancella anche i progressi di gara e giornata. Punti zero, rimpianti tanti, prestazione però, di alto livello.
  • Honda 4,5: Due sole moto piazzate nella top 10, peraltro ai suoi margini. Il team clienti di Nakagami erge Honda sino all’ottava piazza, troppo poco per sorridere. Marc, unico baluardo se così può essere definito, dalla chiusura dei cancelli del circuito saluta la compagnia per diversi mesi, e viene naturale chiedersi chi terrà alto il nome di una casa tanto importante quanto scarna di risultati nell’ultimo triennio.
  • Suzuki 3: Se nella settimana di Le Mans il progetto colava a picco assieme a Rins e Mir, al Mugello questi vanno in cerca degli abissi. L’addio alla MotoGP certamente ha sconquassato l’ambiente, non lasciando spazio ad altro che la ricerca di spiegazioni ai pessimi risultati delle ultime uscite. Certamente Alex e Joan sono restii a chiudere il gas per darsi lustro in cerca di un nuovo contratto. Certo è anche però, che non racimolare un punto in due gare non fa bene né a casa né tantomeno ai rider.

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