Un nuovo sviluppo nel caso della morte di Maradona agita le acque delle indagini. Un recente rapporto medico ha gettato luce su possibili incertezze nel procedimento legale contro gli otto operatori sanitari coinvolti. Il neurochirurgo Leopoldo Luque, uno dei principali imputati, ha incaricato un esperto forense di condurre studi al fine di contestare le accuse che lo riguardano.
Nonostante tutti gli imputati abbiano respinto qualsiasi accusa di irregolarità nella cura di Maradona, i pubblici ministeri li hanno formalmente incriminati per omicidio, esponendoli al rischio di una pena detentiva che va da otto a venticinque anni. Il processo è previsto iniziare il 4 giugno.
Come riportato dal Corriere dello Sport nell’edizione odierna, il rapporto del medico legale Pablo Ferrari ha sollevato nuove domande, indicando che il rapido e irregolare battito cardiaco di Maradona potrebbe essere stato causato da cause naturali o da fattori esterni, come l’uso di droghe, incluso l’abuso di cocaina, una pratica nota del Pibe de Oro. Questa nuova prospettiva potrebbe rappresentare una svolta nel caso, come evidenziato dall’avvocato Mischanchuk, che rappresenta gli interessi della psichiatra Agustina Cosachov.
Tuttavia, l’accusa ha criticato la perizia medica, sostenendo che sia stata redatta in soli 72 ore e che Ferrari abbia trascurato quattro anni di prove a favore di una minima parte delle prove presentate dalla difesa. Nonostante ciò, gli inquirenti hanno minimizzato l’importanza del rapporto, dichiarando che non rappresenta una svolta nel caso.