🏆 La Lazio riapre la lotta Champions: Atalanta e Roma avvisate, finale thriller

Lorenzo Ferrai
11 Minuti di lettura
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Una Serie A già decisa in vetta ha ancora molto da dire per ciò che riguarda le zona Champions, dove infuria una lotta destinata a protrarsi fino all’ultima giornata. A cominciare da una Lazio che pareva spacciata, ma che ora si è rimessa prepotentemente in corsa per l’Europa che conta. Igor Tudor ha nettamente invertito il trend di una squadra sgonfia, portandola a risalire la classifica, fino al sesto posto temporaneo.

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Difatti, con la vittoria contro il Verona, i biancocelesti hanno scavalcato l’Atalanta, che però ha due partite in meno. Numeri a parte, il quarto successo di fila testimonia la determinazione di questa Lazio, forte del recupero di Zaccagni, match winner all’Olimpico. Con 55 punti, Tudor si porta a -3 dalla Roma, che avrà da superare l’ostacolo Napoli al Maradona, prima di tuffarsi nella semifinale di Europa League al cospetto della rivelazione Bayer Leverkusen.

Salendo ulteriormente in classifica, appare più tranquillo invece il Bologna, a maggior ragione dopo il colpo esterno ai danni dei giallorossi. I felsinei sono saldamente in quarta posizione, con la prospettiva di un clamoroso aggancio alla Juventus, distante tre sole lunghezze. Mentre i rossoblù veleggiano verso una Champions storica, alle loro spalle infuria la battaglia. Roma, Lazio e Atalanta si giocano il futuro in un mese. Tre squadre in quattro punti.

Igor Tudor, Lazio

Forza quattro: Tudor il taumaturgo

L’arrivo di Tudor sulla panchina della Lazio ha restituito vigore a una squadra svuotata psicologicamente e lontana parente del meccanismo oliato e sincronizzato visto lo scorso anno. I biancocelesti hanno ritrovato motivazione, ormai smarrita sotto la gestione Sarri, e cambiato modo di presentarsi in campo, tattico e mentale, dando una sensibile sterzata a una stagione che rischiava di assumere i contorni del fallimento.

A conti fatti, l’unica battuta a vuoto di Tudor in campionato è stato il derby capitolino, con una sconfitta arrivata di misura con la Roma di De Rossi. Per il resto, il croato ha raccolto quattro vittorie in cinque apparizioni, sfiorando anche il clamoroso ribaltone in Coppa Italia, subendo la beffa della Juventus solamente nei minuti finali, pregiudicando così il cammino verso la finale.

Una ferita ancora aperta, ma a cui è seguita una reazione matura, con una Lazio trascinata dai suoi uomini simboli. Su tutti, Luis Alberto e Zaccagni, che hanno confezionato il gol vittoria con cui i capitolini hanno avuto la meglio sul Verona. Quarta vittoria consecutiva per Tudor, che si rimette così in gioco per la Champions, un obiettivo che appariva un’autentica utopia solamente un mese fa.

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Luis Alberto e Kamada

Tudor ha avuto la brillantezza di cambiare immediatamente abito tattico alla squadra, trasformando un 4-3-3 saturo di inventiva in un 3-4-2-1 ben più compatto e quadrato, dove Luis Alberto ha recuperato la sua vecchia posizione di fantasista offensivo e rifinitore. Una posizione che ha, di fatto, sgravato il Mago dai compiti difensivi, svolti ora dall’inedita cerniera di centrocampo composta da Guendouzi e Kamada, per concentrarsi meglio sugli ultimi 30 metri.

Daichi Kamada, Lazio

L’allenatore conta, perché dev’essere in grado di capire i propri giocatori e metterli nelle migliori condizioni. Lo stesso discorso si può applicare a Kamada, anch’egli rivitalizzato dal croato, dopo 7 mesi di autentico buio. Il giapponese ha trovato la propria collocazione tattica davanti alla difesa, vestendo i panni del regista, ma con molta più spinta e maggiormente a suo agio in una Lazio tornata solida e affiatata.

Anche lo stesso Felipe Anderson, per la verità mai assentatosi, ha potuto ottenere un proprio ruolo chiave, sebbene abbia già annunciato l’addio a fine stagione. Esattamente come Luis Alberto, anche se Tudor potrebbe pensare di convincerlo a rimanere, in virtù di un ruolo centrale nel progetto Lazio del prossimo futuro. Prima va conclusa questa stagione, tutt’altro che chiusa, dove la qualificazione in Champions è tornata clamorosamente a tiro.

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Giallorossi di rabbia: calendario tremendo

Il quinto posto è l’obiettivo della Lazio, visto che il ranking UEFA ha decretando, senza dubbio alcuno, la partecipazione di cinque squadre italiane alla prossima Champions League. Attualmente dunque, l’ultimo posto utile è occupato dalla Roma, l’unica a dare un dispiacere alla Lazio in questo primo mese dell’era Tudor, perlomeno in campionato.

I giallorossi, esattamente come i cugini, hanno cambiato guida tecnica in corso d’opera, chiamando l’ex bandiera Daniele De Rossi sulla panchina di una Roma smarritasi con Mourinho, ormai senza motivazione e priva di coesione. Circa lo stesso discorso della Lazio, sebbene l’inversione di rotta sia avvenuta in maniera repentina e con due mesi di anticipo rispetto ai rivali cittadini.

Daniele De Rossi, tecnico della Roma*

Con DDR, i giallorossi hanno risalito la classifica a grandi falcate, infilando sei vittorie nelle prime sette apparizioni. De Rossi ha riportato serenità e, proprio come Tudor, riportato i propri giocatori chiave nelle posizioni più consone per sfruttare meglio le loro qualità. Lorenzo Pellegrini è l’emblema di una Roma ritrovata, capace di eliminare il Milan in Europa League, competizione ora diventata un obiettivo.

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Dall’altra parte, con le due semifinali ancora da disputare, la Roma ha di fronte a sé un calendario complicatissimo, che la vedrà affrontare Napoli, Juventus, Atalanta e Milan. Quattro gare da dentro fuori, dove Daniele De Rossi avrà la possibilità di testare la tenuta mentale dei suoi, con una finale di Europa League da conquistare.

Fra Champions ed Europa

Proprio la campagna continentale potrebbe penalizzare i capitolini in vista della volata finale in campionato. Attualmente, la Roma occupa l’ultima posizione disponibile per entrare in Champions ma è altresì vero che la serie positiva della Lazio ha accorciato notevolmente la classifica. Per avere la sicurezza di poter partecipare alla massima competizione per club in Europa, i giallorossi dovrebbero aggiudicarsi l’Europa League.

Missione tutt’altro che proibitiva, ma resa complicata dall’incrocio in semifinale, che ha messo di fronte Roma e Bayer Leverkusen, fresca vincitrice della Bundesliga, dopo oltre un decennio di dominio del Bayern Monaco. Si rinnova un duello già visto la scorsa stagione, dove i giallorossi superarono il turno, con un totale di 1-0, frutto di due partite “sporche”, accese agonisticamente, ma povere di occasioni.

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Xabi Alonso, tecnico del Bayer Leverkusen*

Quest’anno la musica cambierà sensibilmente, con una Roma consapevole dei propri mezzi, anche se dall’altra parte arriverà un Leverkusen neo campione di Germania, nonché ancora imbattuto. Xabi Alonso ha costruito il proprio impianto basandosi su una costruzione fluida e sulle certezze che lo accompagnano da inizio stagione. E la finale di Europa League mette anche di fronte l’eventualità di un possibile accesso in Champions per vie traverse.

Una missione da Dea

Lo stesso identico ragionamento della Roma lo può fare anche l’Atalanta, in corsa per l’Europa League, visto l’incrocio relativamente morbido col Marsiglia, dopo aver eliminato la favorita Liverpool. La Dea può chiudere la stagione con due trofei, per suggellare nel migliore dei modi l’era Gasperini, un periodo florido, ma in cui non è arrivata neanche una coppa.

Questa sembra l’occasione propizia, specialmente per la consacrazione europea, visto che l’Europa League appare realmente alla portata. E, come accennato in precedenza, un’eventuale vittoria nella competizione, manderebbe gli orobici in Champions League senza passare dalla classifica. In tal caso, il sesto posto non risulterebbe più un problema. D’altro canto, l’Atalanta è consapevole di non poter effettuare questi calcoli a priori.

Le competizioni europee, con le sfide a eliminazione diretta, sono sempre un terno al lotto, ricche di incognite, dove contano principalmente gli episodi. Molto più “comodo” risulta invece il percorso in campionato. La Dea ha sì subito il sorpasso della Lazio, ma è altrettanto vero che Gasperini ha due bonus da giocarsi, compresa la partita che l’Atalanta disputerà contro l’Empoli.

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Esultanza Atalanta*

I bergamaschi hanno un ulteriore asterisco, che coincide con il match da recuperare contro la Fiorentina, la cui data rimane ancora un mistero. Dunque, percorso in campionato affidabile, ma non troppo. È pur vero che il sesto potrebbe garantire una partecipazione inattesa alla Champions League, ma è altresì da considerare come sia impossibile affidarsi a organi esterni per stabilire il proprio destino.

L’Italia va in sesta

La sesta posizione rischia di essere quella maggiormente ambita in questa finale di stagione. Tutto dipenderà dal percorso in Europa League di Roma e Atalanta, che potrebbero anche arrivare a garantire la coppa all’Italia, in caso di passaggio del turno simultaneo. La missione meno complicata è quella che attende i bergamaschi, mentre i giallorossi dovranno superare lo scoglio Bayer Leverkusen.

Scenario difficile da immaginare ma tutt’altro che utopistico, data la forza mostrata sul campo dalla Roma, specie nelle due gare contro il Milan. L’Atalanta gode invece dei favori del pronostico contro il Marsiglia, benché i transalpini abbiano una certa esperienza in partite di questo tipo. Nessun dettaglio potrà quindi essere lasciato al caso.

Italia che spera, anche perché, in un anno dove la Champions League si è rivelata funesta, la grande chance ci viene offerta dalle altre due competizioni. Fiorentina in Conference, Atalanta e Roma in Europa League. Queste ultime due in particolare potrebbero risultare decisive per assicurare sei partecipanti nella prossima edizione della Champions. Un unicum nella storia dell’Europa calcistica, per cui il nostro paese avrebbe tutte le ragioni per affermarsi come il più potente nel mondo del pallone.

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