Karim Benzema è Pallone d’Oro, ‘The Dream’ è realtà: le banlieue gridano nella notte dei sogni

Karim e 'The Dream' divenuto realtà: le banlieue gridano alla notte dei sogni, Benzema è Pallone d'Oro

Nicola Liberti
5 Minuti di lettura
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17 ottobre, anno domini 2022. ‘The Dream‘ diviene concreta realtà tangibile e dal peso d’oro, Karim Benzema alza al cielo di Parigi il Ballon d’Or nella suggestiva cornice del Theatre du Chatelet tinta a festa per il trionfo d’una vita. Dalle banlieue francesi sino al trionfo a lungo inseguito e tanto agognato, una carriera calcistica volta alla ricerca dell’immortalità, ora trovata e fissata indelebilmente nella mente di ognuno, dei presenti e non.

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L’incisione delle iniziali sulla lucida sfera parigina segnano un vincolo indissolubile tra Karim ed il mondo dello sport, oltre che del calcio. Un legame, quello definitivamente sancito nella notte magica vissuta in Francia, che consacra e sbugiarda allo stesso tempo. Anni complessi, in termini mediatici, vissuti statisticamente e calcisticamente nelle alte sfere di questo sport sui quali viene gettata ora la luce che replicavano e meritavano da tempo. L’ingombrante figura di Cristiano Ronaldo ha gettato diverse ombre sul rendimento in campo di Benzema e compagni nelle annate di convivenza madrilena. Una convivenza tanto erta a leggenda per l’asso portoghese, quanto rilegata a semplice uomo assist per il francoalgerino. Gli scarsi meriti riconosciutigli nell’ultimo decennio fuoriescono in una stagione ed in una notte, come grido di rivalsa. ‘The Dream‘ diviene realtà contestualmente al grido della notte, partito dall’ugola della banlieue, per risuonare nel Theatre du Chatelet e riecheggiare nell’eternità dello sport.

Karim Benzema, le banlieue sul tetto d’Europa

Benzema e il Pallone d'oro
Benzema e il Pallone d’oro

Il sogno di una notte viene sospinto e tenuto vivo dall’irreale stagione tramite la quale Karim Benzema si è innalzato al di sopra di ogni avversario, siano questi squadre, compagni o giocatori rivali. Un calcio di tecnica ed estro di raffinata ricercatezza della scuola di strada abbinati ad una imbarazzante concretezza, morale e sotto porta. Celebrare un trionfo annunciato sciolinando statistiche e cifre renderebbe poca giustizia ad un uomo il cui calcio va ammirato prima ancora che contato, la cui importanza viene colta nel momento di chiusura di un ciclo blanco, quando le leggende crollano, le banchine s’arroventano e drammi ed incubi cingono di tenebre il Santiago Bernabeu. Re per una notte, Re di tante notti d’Europa e di Spagna. Una Champions League vissuta sulla cresta dell’onda, destreggiandosi tra le fila di qualsivoglia avversario divenendo incontenibile, apparendo e scomparendo nei metri che separano centrocampo e difesa rivale, così lui, così il pallone, salvo poi materializzarsi come d’incanto l’uno dentro la rete, l’altro nella notte dei sogni.

Il rimando urbano e di periferia è apparso chiaro ai più in occasione della premiazione di Karim Benzema e della consacrazione di una carriera. Lo stile da ghetto, o banlieue per dirla alla francese, è da sempre tratto distintivo del 9 da Lione. 35 anni entro pochi mesi, la consapevolezza delle proprie origini così come da ragazzo di periferia. L’outfit sfoggiato nella notte più importante è un rimando agli ambienti nei quali uomo e calciatore sono nati. Nel momento in cui i riflettori del panorama calcistico sono finalmente accessi e puntati su di sé, nella notte in cui il mondo ha occhi solo e soltanto per il fenomeno in maglia blanca, questi decide di cingersi d’urban e gridare un messaggio forte a chi per anni ne ha disdegnato origini, stile ed importanza. Celebrato l’idolo d’infanzia Tupac Shakur rievocando il look dal rapper stesso sfoggiato nel lontano 1996, quello scelto di lanciare da Karim Benzema è un messaggio a tre facce.

Benzema Tupac
Benzema Tupac

La prima dai tratti della rivalsa personale, finalmente giunta a degno compimento, non rinnegando in alcun modo la propria forgia, anzi sottolineandola ed ergendola dinanzi al mondo intero. La seconda al sapore di aggregazione e speranza per le periferie, così aspramente vissute nel passato, così dannatamente crude ed attuali in un presente che stenta a discorsi da traumi ridondanti nelle zone in cui è cresciuto. La terza, l’ultima, la più brillante nella notte dei sogni, per far tendere la parabola d’una carriera all’immortalità, cingendosi delle vesti che più gli appartengono, fissando indelebilmente ed irrimediabilmente un volto, uno stile ed un calciatore nella storia e nella memoria collettiva. Karim dalla banlieue ce l’ha fatta, ‘The Dream‘ è realtà: Benzema è Pallone d’Oro.

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