L’Italia del gol: vietato perdere terreno

Le scelte di Spalletti vanno verso una precisa direzione: chi sarà il bomber del futuro di questa Nazionale? Tra punti fermi e variabili, la sfida alla Macedonia è già partita

Luca Vano
4 Minuti di lettura
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La gestione Spalletti è giunta al primo snodo cruciale e la tappa inaugurale si chiama Macedonia del Nord. La stessa che ha rinforzato l’incubo Mondiale per l’Italia e che ora, in caso di risultato positivo all’Olimpico, potrebbe complicare non poco l’accesso ad Euro 2024. Forse è per questo che a Coverciano si respira un’aria di eterna vigilia, come se mancassero poche ore al viaggio verso Roma e poi al calcio d’inizio.

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Partite come quella in programma venerdì 17 novembre – in faccia alla scaramanzia – sono linfa vitale per chi sa di poter fare la differenza. In sostanza, diventano spesso palcoscenico per gli attaccanti e nel periodo storico in cui versa l’Italia del gol ora si attendono risposte da chi c’è. Lasciando da parte, per una volta, le polemiche su chi è rimasto a casa.

Scamacca
Scamacca, Italia @livephotosport

Punti fermi

Il miglior marcatore italiano in attività, Ciro Immobile, guarderà Italia-Macedonia del Nord e la successiva trasferta contro l’Ucraina dal divano di casa sua. Scelta coraggiosa del CT Spalletti, che lo aveva nominato capitano poco dopo il suo insediamento in panchina, ma ciò non gli ha impedito di “vedere altri più in forma di lui”. Di chi si tratta?

Partendo dal probabile titolare del prossimo match, tutti gli occhi saranno puntati su Gianluca Scamacca. Nella rosa dell’Italia è l’unico ad avere determinate caratteristiche fisiche, abbinate ad una tecnica che rendono possibili reti come quelle contro l’Empoli, con la maglia dell’Atalanta. A Bergamo il trend è positivo, in Nazionale ha già bucato l’Inghilterra: ora però serve continuità.

La stessa che dovrà ritrovare in maglia azzurra Federico Chiesa, tornato tra gli intoccabili della Juventus sin da inizio campionato e autore di 4 reti in Serie A 2023/24 con la Vecchia Signora. Dopo due forfait per infortunio, questa sembra essere la volta buona per tornare a fare ciò che gli piace di più: incidere come esterno d’attacco. Ma non è l’unico bianconero dal quale ci si aspetta il salto di qualità.

Giacomo Raspadori, Italia
Giacomo Raspadori, Italia @livephotosport

Duttilità al potere

In un periodo interlocutorio per il futuro di Immobile in Nazionale, perdere terreno sulla concorrenza potrebbe risultare deleterio. Per questo tra i più attesi in maglia Italia c’è Moise Kean, in una forma strepitosa con la Juve a cui manca solo il gol – VAR permettendo. La sua duttilità può rivelarsi risorsa decisiva per il CT, magari a gara in corso e tassello primario di una stabilità futura in termini di convocazioni e minuti in azzurro.

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Ciò che emerge dalle scelte di Spalletti è, dunque, l’importanza per ognuno di saper ricoprire più ruoli sul fronte offensivo. Tolto Scamacca e, di fatto, anche Berardi è la capacità di svolgere più compiti a diventare il segreto di questa Nazionale. Finora è valso così per la carriera di Raspadori, che da esterno o punta si è fatto trovare pronto a Napoli data l’assenza di Osimhen.

In sostanza, l’Italia deve selezionare con cura le spalle su cui poggiare i gol del futuro. Che sia un unico accentratore, in controtendenza rispetto ad una storia in cui il miglior marcatore è ancora Gigi Riva, o una cooperativa come ad Euro 2020 poco importa. Ciò che conta è non fare scherzi: la Macedonia è già stata indigesta in troppe occasioni.

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