Negli scorsi giorni la Procura di Milano ha interrogato due dirigenti dellβInter riguardo possibili legami tra la Curva Nord nerazzurra e βndrangheta. I due dirigenti sono stati ascoltati dalla Commissione antimafia del Comune di Milano, fatto storico per un club di Serie A.
Il Fatto Quotidiano ha rivelato alcuni dettagli dellβincontro. Del verbale di circa 40 pagine, sono state messe in evidenza le parole dellβavvocato Adriano Raffaelli, presidente dellβOrgano di vigilanza dellβInter: βIl fatto che la curva possa essere infiltrata Γ¨ un qualcosa su cui stiamo concentrati. Richiamiamo allβattenzione anche i giocatori. Lβarticolo del codice di giustizia sportiva ci dice di non contribuire ai gruppi ultrΓ ed Γ¨ una regola che seguiamo diligentementeβ.
βLa societΓ Γ¨ impegnata contro la criminalitΓ organizzataβ
Gianluca Cameruccio, chiamato da Marotta a gestire la sicurezza per la societΓ , ha poi aggiunto: βLa mia presenza mostra lβimpegno della societΓ nei confronti della gestione degli eventuali problemi di criminalitΓ organizzataβ.
Emerge dunque che lβInter sarebbe a conoscena di possibili inflitrazioni mafiose. Infatti, la societΓ nerazzura ha segnalato alla societΓ KissandFly, titolare dellβaffidamento dei parcheggi allo stadio, che un suo stipendiato e addetto ai controlli era Giuseppe Caminiti, parente del Narcos calabrese Salvatore Papandrea e vicino al boss di San Luca Giuseppe CalabrΓ².
Questione biglietti
Sul tavolo anche la questione sui mille codici Uefa per i biglietti della finale di Champions League a Istanbul che lβInter ha consegnato alla Curva, segnalando alla Digos i nomi dei soggetti che li hanno ritirati per poi distribuirli. Da allora gli ultras sono sotto osservazione da parte degli inquirenti: la situazione portΓ² ad uno sciopero del tifo nei primi minuti della finale e nella prima di campionato ad agosto contro il Monza.