Generazione Camarda: il nuovo calcio cambia la Serie A

La Serie A muta la generazione di riferimento, accelerando il passo verso il futuro anche grazie al possibile esordio di Camarda: il vento sta cambiando o è tutta colpa - o merito - del contesto attuale della Serie A?

Luca Vano
4 Minuti di lettura
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Un’indiscrezione divenuta realtà, con tanto di deroga da parte della FIGC per esordire prima dei 16 anni compiuti. Milan-Fiorentina, in campo sabato 25 alle 20:45, potrebbe essere il match d’esordio di Francesco Camarda, attaccante prodigio della Primavera dei rossoneri. Si parla di un calciatore da 4 gol in 10 partite mentre ne ha collezionati 3 su 3 in Youth League, il tutto con un enorme asterisco da ricordare: è nato nel 2008.

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Ad un passo dal battere ogni record di precocità per quanto riguarda l’esordio in Serie A, Camarda è simbolo di una tendenza che sta mutando la generazione di riferimento nel massimo campionato italiano in meno tempo del previsto. Preferiremmo raccontarvi che anche le big, finalmente, hanno aperto gli occhi ma la realtà dei fatti è che l’assist più grande per la Gen Z del calcio nostrano arriva essenzialmente da due fattori collegati nel profondo.

Yildiz, Juventus
Yildiz, Juventus @livephotosport

Calendario e calciomercato: assist per i giovani

I ritmi del nuovo calcio promosso in Europa e nel mondo da UEFA e FIFA costringono le formazioni agli straordinari con ampio rischio infortuni. Non si parla esclusivamente di Serie A, ma il torneo di casa nostra dove storicamente i giovani fanno fatica ad imporsi sta pian piano aprendo le braccia al cambiamento. Seppur per necessità virtù: il potenziale debutto di Camarda sarà infatti figlio di una serie di sfortunati eventi che hanno colpito l’attacco del Milan. Pioli non avrà Giroud, squalificato, e nemmeno Okafor che si è fatto male in Nazionale. Il solo Jovic, dunque, non basterà.

Prima del Milan, era stata la Juventus a partire dalla scorsa stagione a ricorrere alla propria formazione di riserva. Precisamente alla Next Gen, l’Under 23 fortemente voluta dal club bianconero che ha sopperito in gran parte alle carenze dettate da infortuni e impossibilità di spese multiple sul calciomercato. E qui ci si affaccia sul secondo fattore: quello economico. Il problema dei diritti tv e, in generale, della vendita della Serie A come prodotto è concreto in quanto l’abbassamento progressivo delle cifre guadagnate nel complesso va a ridurre anche gli introiti delle singole squadre. I soldoni arabi non bastano, quindi dove non si arriva con cash e prestiti si sopperisce con i vivai.

Tommaso Baldanzi, Empoli
Tommaso Baldanzi, Empoli @Livephotosport

Una strada tracciata?

Sebbene ci sia ancora tanta strada da percorrere, la necessità di lanciare i giovani potrebbe far bene alla Serie A anche nell’immediato. Parlano i risultati: la Juventus è seconda in classifica con Miretti tra i più utilizzati ed ha in rampa di lancio Yildiz, Huijsen, esordio a San Siro, e Nonge che nella crisi del centrocampo bianconero potrebbe trovare spazio contro l’Inter. A livello di singoli, Baldanzi dell’Empoli è finito nelle nomination dei Globe Soccer Awards, mentre Bove in casa Roma è un titolare a tutti gli effetti, così come Soulé e Ibrahimovic – classe 2005 – sono protagonisti a Frosinone.

Crescita più lenta ma costante anche per Asllani in casa Inter, complice l’addio di Brozovic in estate e la volontà di preservare il più possibile Calhanoglu per evitare di sovraccaricarlo. L’impressione, quindi, è che con un calendario così e una situazione economica come quella che vive la Serie A, vedremo progressivamente sempre più Camarda e meno calciatori adattati in ruoli improbabili. Una buona notizia che dovrà trovare riscontro nelle qualità dei ragazzi in primis, per dimostrare che non tutti i mali vengono per nuocere,

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