Dubbi e stallo, il triste finale di Garcia

Il Napoli saluta Garcia, al passo d'addio dopo un'avventura mai iniziata realmente: De Laurentiis ora si muove per il sostituto

Luca Vano
3 Minuti di lettura
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L’avventura di Rudi Garcia a Napoli è finita, di fatto, senza mai iniziare davvero. I proclami di De Laurentiis in sede di presentazione sul ciclo vincente da costruire in terra partenopea si sono arenati in breve tempo contro un muro fatto di incertezze, contraddizioni e occhiatacce in campo al momento di varie sostituzioni.

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La sensazione è che Garcia non abbia trovato la formula magica che qualche stagione fa lo aveva fatto benvolere a Roma, con un avvio di stagione quasi perfetto ed uno status come allenatore per forza di cose innalzato. La parabola discendente della sua carriera prende il via dopo Lione e termina in Arabia, ma Napoli non può essere considerata una tappa di passaggio.

Eppure, quello che lascia il francese è uno spogliatoio che – da quanto traspare in gesti e parole dopo quasi ogni gara – non è mai apparso compatto nel volerlo seguire al 100%. In questo mestiere la credibilità è tutto: non riuscire a coniugare risultati e idee di calcio proposte ha segnato la sua condanna già da prima del gol di Kovalenko dell’Empoli.

Garcia e Napoli, e adesso?

E allora, adesso, su quale futuro si affacceranno Garcia e il Napoli? Il tecnico è in Francia, consapevole che il suo mandato è terminato, ma ancora sotto contratto con il club di De Laurentiis. Il quale, adesso, sta approfittando della sosta per vagliare tutte le soluzioni possibili. Dopo l’ennesimo No, grazie di Antonio Conte, le carte da giocare sono quelle di Igor Tudor e Walter Mazzarri.

Per idea di calcio ed immersione nel contesto sportivo attuale, il croato è senza dubbio la prima scelta ma c’è ancora distanza sul contratto: Tudor vuole la garanzia di almeno due anni di lavoro, il presidente del Napoli un contratto a tempo fino a giugno per poi rinnovare se le cose dovessero andare per il verso giusto.

Un’incongruenza che, se dovesse perdurare, causerebbe un ritorno inatteso come quello di Mazzarri. Quasi simbolico dei passi in avanti fatti dal club per poi ritrovarsi al punto di partenza: un’ipotesi che i tifosi, però, si augurano che si verifichi soltanto per il nome seduto in panchina.

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