Da Allegri a Marotta: lo Scudetto non piace a nessuno

Le parole di Marotta fanno eco a quelle di Allegri e di altri ancor prima di lui: lo Scudetto non piace a nessuno? Storia recente di una retorica che, alla lunga, può decisamente stancare chi ascolta

Luca Vano
4 Minuti di lettura
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Si avvicina uno Juventus-Inter al sapore di Scudetto e come ogni Derby d’Italia che si rispetti sono le dichiarazioni a speziare la partita ancor prima dei ventidue in campo. Figurarsi ora, con quindici giorni di vuoto anziché sette dettati dalla sosta per le Nazionali, la quale ha prodotto un buon impiego di bianconeri e nerazzurri con l’Italia, qualificata ad Euro 2024. A parlare in vista del match dell’Allianz Stadium non sono soltanto i vecchi protagonisti, ma anche quelli attuali.

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Per la precisione, l’ultimo in ordine di tempo è stato l’ad dell’Inter Beppe Marotta, uno dei grandi ex del match che non ha dubbi: “La Juventus è la favorita per lo Scudetto”. Una dichiarazione che agisce con l’intento di scaricare la pressione verso l’esterno, che ha già chiarito più volte la propria posizione tramite Massimiliano Allegri: “Inter, Milan e Napoli hanno qualcosa in più. Noi puntiamo al quarto posto”.

Massimiliano Allegri, Juventus
Massimiliano Allegri, Juventus @livephotosport

Marotta, Allegri e non solo: perché?

Serve anzitutto capire il perché di queste parole volte al più classico degli scaricabarile. Ciò è facilmente intuibile, poiché si cerca sempre di tirare acqua al proprio mulino caricando di pressione quello degli avversari: lo Scudetto, dunque, non piace a nessuno? Si, ma solo in teoria. Basti pensare che anche Pioli ha indicato la Juventus come favorita numero uno prima di sfidarli con il Milan, aumentando il rimbombo della patata bollente scagliata su più fronti.

C’è da dire però che tali parafrasi rappresentano più fastidio che goduria per alcuni tifosi. Soprattutto se provengono da formazioni abituate a vincere e che dal punto di vista delle espressioni davanti alle telecamere hanno sempre dettato legge e chiarezza in merito alle proprie ambizioni di vittoria. Vale per l’Inter, come per la Juventus: dire di voler lottare per il titolo, e poi magari non vincerlo perché altri sono stati più bravi, non va a delegittimare nulla. Anzi, alimenta il fascino di un campionato già di per sé molto competitivo per tutti.

Allianz Stadium
Allianz Stadium @Twitter

Lo Scudetto e le parole da dire

Anche perché è impossibile pensare che le stesse parole di Marotta, e di conseguenza Inzaghi, ed Allegri siano ripetute con gli stessi toni e la medesima distensione all’interno delle mura della Pinetina e della Continassa. Impensabile sostare in vetta o a due punti da essa senza sentire l’odore del piatto principale, in particolar modo con il significato che questo nasconde.

Per l’Inter, Scudetto significherebbe seconda stella sul petto. Per la Juventus, uscita da un mini-tunnel scarno di trofei dopo 10 anni consecutivi a bersaglio. Lottare ammettendo di farlo vorrebbe dire anche ottenere consapevolezza, soprattutto in quei giocatori che non hanno mai conteso il tricolore agli avversari nella propria carriera. In un mondo in cui si parla sempre meno, come quello del calcio, bisogna almeno farlo nella maniera consona: nascondersi dietro a un dito, alla lunga, può diventare molto stancante per chi ascolta.

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