Domenica 10 aprile 2022 ha preso il via il torneo di tennis di Montercarlo, che appartiene alla categoria dei Master 1000 del circuito ATP. Dopo che nella settimana del 4 aprile si sono tenuti i primi appuntamenti sulla terra rossa a Houston e Marrakech, si può dire che la seconda stagione tennistica dell’anno è entrata definitivamente nel vivo e questo torneo potrà lasciare parecchi indizi riguardo a chi saranno i protagonisti di quest’anno. Montecarlo, inoltre, nelle ultime edizioni è stato teatro di alcune favole sportive e prime volte, che hanno lasciato segni indelebili. Andiamo quindi a ripercorrerle e riviverle insieme.
2005-2012, il primo dominio di Nadal
Quando si parla di tornei sulla terra rossa non può non comparire il nome di chi è il re indiscusso di questa superficie, colui che ne detiene tutti i record: Rafael Nadal. The King of Clay ha firmato l’albo di tutti i tornei importanti sulla terra, ma quello di Montecarlo occupa un posto speciale nel suo cuore. Proprio nel Principato, infatti, nel lontano 2005, lo spagnolo ha alzato il trofeo del suo primo Master 1000 in carriera, probabilmente non avrebbe mai immaginato che ne avrebbe vinti altri 35. Nell’aprile di 17 anni fa, l’allora diciasettenne Rafael Nadal si presentò a Montecarlo come testa di serie numero 11. Senza troppi problemi e senza perdere nemmeno un set, lo spagnolo raggiunse la semifinale, sconfiggendo in ordine Monfils, Malisse, Rochus e Gaudio, vincitore del Roland Garros l’anno prima.
Al penultimo atto del torneo sconfisse poi in rimonta Gasquet, dopo aver perso il primo set al tie break e approdò così in finale, dove si trovò di fronte il detentore del titolo: Guillermo Coria. Nonostante un bagel rimediato nel terzo gioco del match, Nadal riuscì a superare anche l’argentino e ad alzare il trofeo con il risultato finale di 6-3 6-1 0-6 7-5. Questa fu la prima vittoria importante della sua stagione, ma anche quella che lo lanciò definitivamente, visto che, da lì a poco, avrebbe collezionato il suo secondo Master 1000, agli Internazionali di Roma, e soprattutto avrebbe trionfato per la prima volta in carriera al Roland Garros. Da quel momento in poi iniziò un vero e proprio dominio da parte dello spagnolo nella terra del Principato, tanto che mise a segno ben 8 vittorie consecutive, fino al 2012.
2016-2018, il ritorno di Nadal
Nel 2013 il dominio si spezzò e Nadal fu superato in finale da Novak Djokovic. Nei due anni successivi, lo spagnolo si dovette arrendere nuovamente, la prima volta ai quarti di finale per mano di Ferrer, e la seconda volta in semifinale contro il campione serbo. La capacità di soffrire e la perseveranza sono però il marchio di fabbrica del pluricampione Slam e, nel 2016, si ripresentò a Montecarlo con una sola idea in testa: uscirne da vincitore. Come era capitato anche nel 2005, raggiunse i quarti di finale senza perdere set e anche questa volta, al penultimo atto del torneo, si ritrovò in svantaggio, con Andy Murray che vinse il primo gioco per 6-2.
La storia, però, era destinata a ripetersi e con un 6-4 6-2, Nadal ribaltò la gara e raggiunse Monfils in finale. In questo caso il bagel lo mise a segno lui e grazie ad un definitivo 7-5 5-7 6-0 tornò ad alzare il trofeo, a tre anni di distanza dall’ultima volta. La vittoria del 2016 diede il via ad un nuovo dominio da parte dello spagnolo nel torneo e l’anno successivo mise a segno la doppietta, superando in finale Ramos Vinolas con un netto 6-1 6-3. Non c’è due senza tre e anche nel 2018 Nadal si laureò campione senza perdere nemmeno un set e sconfiggendo Kei Nishikori. Sembrava tutto apparecchiato per una nuova lunga striscia di vittorie, ma l’anno successivo qualcosa sarebbe cambiato.
2019, la favola Fognini
Nel 2019, proprio a Montecarlo, ebbe luogo una delle favole più belle del tennis italiano. Da circa un anno, il movimento maschile in Italia sembrava in netta ripresa, soprattutto con la semifinale di Cecchinato al Roland Garros dell’anno prima, ma fu proprio nel Principato che avvenne la svolta. In quell’edizione le speranze azzurre erano riposte principalmente su Fabio Fognini, anche se nessuno poteva ipotizzare un suo ruolo da protagonista all’interno del torneo. Infatti, al primo turno il tennista ligure andò ad un passo dall’eliminazione, poiché, nel match contro Rublev, dopo aver perso il primo set per 6-4, si ritrovò in svantaggio nel secondo parziale per 4-1 e 15-40 sul suo servizio, con il russo che aveva, quindi, ben due palle per il doppio break, il quale avrebbe sancito, probabilmente, il ko definitivo. In quel momento, però, il match cambiò completamente direzione e Fognini riuscì ad accorciare sul 2-4, per poi strappare il servizio all’avversario e andare a chiudere il set per 7-5. Si assicurò, infine, il passaggio al secondo turno con un 6-4 nel terzo gioco.
Dopo il ritiro, ancora prima di scendere in campo, da parte di Simon, l’italiano si trovò di fronte la testa numero tre del torneo, Alexander Zverev, che riuscì a superare per 7-6 6-1. Ai quarti Fognini si ritrovò in svantaggio contro Borna Coric, dopo aver perso il primo set per 6-1. Anche in questo caso, però, riuscì a rimontare rifilando un 6-3 6-2 al croato e garantendosi la semifinale e la sfida contro il re di Montecarlo, Rafael Nadal, lanciato nella rincorsa alla sua quarta vittoria consecutiva del torneo. Il ligure, però, aveva idee differenti e, mettendo in campo forse la sua migliore prestazione in carriera, superò il campione spagnolo in due set, per 6-4 6-2, dominando la sfida in tutti i suoi frangenti. In quella partita, Fognini dimostrò tutte le qualità, facendo forse rimpiangere la carriera che avrebbe potuto avere se fosse riuscito a trovare la giusta mentalità e continuità.
Dopo il capolavoro in semifinale non poteva mancare però anche il coronamento della favola e il nativo di Arma di Taggia superò anche Lajovic in finale, collezionando il suo primo Master 1000 in carriera e diventando il primo, e l’unico fino ad ora, italiano a vincere un torneo di questa categoria nel circuito ATP, da quando è stata istituita nel 1990. Inoltre, l’ultimo italiano a trionfare nel Principato era stato Pietrangeli ben 51 anni prima, nel lontano 1968. il 21 aprile del 2019 si può considerare la data della rinascita del tennis italiano a livello maschile, che negli anni a seguire, soprattutto con Berrettini e Sinner, avrebbe regalato molte altre soddisfazioni.
2021, Tsitsipas spezza la maledizione e vince il suo primo Master 1000
Fognini detenne il titolo di vincitore del torneo di Montecarlo per ben due anni, visto che a causa Covid l’edizione del 2020 venne annullata. Lo scorso anno, però, la sua avventura si è fermata ai quarti di finale, dopo la sconfitta contro Ruud. Se l’edizione del 2019 fu il coronamento della carriera del tennista ligure, quella del 2021 è stata altrettanto speciale, ma questa volta è stato il punto di partenza di una delle migliori promesse del circuito: Stefanos Tsitsipas. Il greco aveva già mostrato di potersi affermare come uno dei protagonisti del circuito, visto che appena vent’enne, tra fine 2018 e inizio 2019 era riuscito a sconfiggere tutti i big three in occasioni importanti. Il primo a cadere era stato Djokovic agli ottavi di finale del master 1000 di Toronto del 2018. Qualche mese dopo, agli Australian Open del 2019, era stato il turno di Federer che si arrese in semifinale. Infine, Nadal perse in casa, sulla terra rossa del Master 1000 di Madrid, sempre nel 2019 e sempre al penultimo atto del torneo. Inoltre, al termine di quell’anno Tsitsipas vinse anche le prestigiose ATP Finals.
Sul giovane greco, però, sembrava incombere una maledizione, visto che, nonostante ad aprile del 2021 potesse contare sulla vittoria del torneo più importante dell’anno dopo le prove del Grande Slam, oltre che su due semifinali agli Australian Open, non era mai riuscito ad aggiudicarsi un Master 1000. Ci era andato vicino con le finali a Toronto nel 2018, quando dovette arrendersi a Nadal per 6-2 7-6, e a Madrid nel 2019, quando a sconfiggerlo fu Djokovic. Curioso è il fatto che nello stesso torneo canadese era riuscito a sconfiggere il serbo sulla sua superficie preferita, il cemento, mentre a Madrid aveva superato in semifinale lo spagnolo sulla “sua” terra rossa. Queste coincidenze ebbero forse anche una ripercussione dal punto di vista psicologico, per Tsitsipas, che aveva addosso la pressione di dover portare a casa il suo primo 1000.
Come si era potuto notare anche in precedenza, però, Montecarlo si è rivelato più volte il torneo delle favole e così è stato anche per il greco. Nel 2021, infatti, Tsitsipas ha giocato un torneo praticamente perfetto, sconfiggendo in ordine Karatsev, Garin, Davidovich Fokina, Evans e Rublev, in finale, senza nemmeno perdere un set. Certo, questi solo l’ultimo stanziava in top ten, ma impressionante è stato il dominio che ha avuto in ogni partita e il fatto che abbia sempre tenuto in mano il pallino del gioco, esprimendo al meglio le sue grandi potenzialità.
Oltre ad essere stato il suo primo Master 1000 della carriera, inoltre, Montecarlo è stato anche il punto di partenza di una stagione sulla terra rossa straordinaria a da parte del greco, nonostante la sconfitta in finale al Roland Garros contro Djokovic, dopo essersi trovato in vantaggio per due set a zero. Complice anche la condizione non ottimale di Nadal, infatti, Tsitsipas è stato probabilmente il vero protagonista del circuito maschile su questa superficie lo scorso anno, mostrando colpi e e una qualità tattica superiori. Insomma, le favole a Montecarlo negli ultimi anni non sono certo mancate, a chi toccherà questa volta?