Undici gol in due partite e la Champions League conosce le prime due semifinaliste che si contenderanno lāaccesso allāatto finale, nel teatro di Wembley. Quella di ieri, martedƬ 16 aprile ĆØ stata una serata di grandi ribaltoni, con PSG e Borussia Dortmund che riescono a spuntarla, piĆ¹ o meno contro ogni pronostico ed eliminano Barcellona e Atletico Madrid, grandi favoriti dopo i match di andata.
Notte di gol, giocate, episodi e storie impossibili, rese concrete dal carattere delle squadre vincitrici, contrapposta allo scioglimento delle sconfitte. Dopo 21 anni, due spagnole abbandonano la coppa dalle grandi orecchie nella stessa serata. Lāultima volta risaliva allā11 aprile 2003, quando Barcellona e Valencia vennero estromesse dalla Champions, per mano di Juventus e Inter, quando il calcio italiano dominava in Europa.
Altre squadre, altri tempi. Oggi, il nostro calcio ĆØ protagonista in Europa League e Conference, anche se lāInter puĆ² mangiarsi le mani per non essere riuscita a spuntarla contro un Atletico Madrid fragile e sprecone, travolto dallāondata giallonera del Signal Iduna Park. Colpo anche del PSG, che risorge e manda un chiaro segnale a City, Bayern e Real, candidandosi come una seria pretendente alla vittoria finale.
Luis Enrique e Xavi, destini opposti
In tempi non sospetti, il Camp Nou aveva fatto da cornice a una delle rimonte piĆ¹ clamorose nella storia della Champions League. Dalle parti di Barcellona, difficilmente qualcuno scorderĆ la notte dellā8 marzo 2017, quando i blaugrana di Luis Enrique ribaltarono un PSG troppo spavaldo e vulnerabile mentalmente, rovesciando il 4-0 subito al Parco dei Prinicipi, con uno spettacolare 6-1, maturato solo negli ultimi secondi con la zampata di Sergi Roberto.
Era il BarƧa della MSN, di Iniesta e di PiquĆ©, e, per lāappunto, di Luis Enrique. Sette anni piĆ¹ tardi, allo Stadio Lluis Companys ĆØ avvenuto lāesatto contrario. In Spagna, il PSG sullāorlo del baratro, uscito con le ossa rotte dal match di andata, a un passo dallāennesimo flop europeo e con un MbappĆ© diretto verso il Real Madrid, ha compiuto quella che si potrebbe definire unāimpresa.
Termine sprovveduto fino a un certo punto. PerchĆ© ĆØ vero che stiamo parlando di una delle squadre piĆ¹ forti attualmente in Europa, che annovera fra i suoi elementi, una delle stelle piĆ¹ luminose del calcio mondiale, se non la piĆ¹ fulgida. Allo stesso tempo perĆ², il PSG degli sceicchi ci ha abituati a delle fragorose cadute fuori dai propri confini, sempre vicino al successo internazionale, ma mai abbastanza.
Il 2-3 del Parco dei Principi, risalente a una settimana fa, aveva spalancato le porte per lāennesima Waterloo parigina, con Luis Enrique, stavolta dallāaltra parte della barricata, giĆ pronto per essere silurato dalla stampa transalpina, mai troppo tenera con i forestieri. PSG che non ha voluto saperne di gettare la spugna, nonostante il vantaggio blaugrana, siglato a freddo da Raphinha, lesto a tramutare in rete una giocata da capogiro di Lamine Yamal.
Barcellona pronto per consacrarsi, Xavi che si sfrega le mani con la prospettiva di disputare una semifinale tuttāaltro che proibitiva, dopo aver fatto fuori nientemeno che Kylian MbappĆ©, in una sorta di Clasico anticipato. Ma il calcio sa essere tanto affascinante quanto crudele, a maggior ragione nel palcoscenico della Champions League, dove ogni sbavatura viene pagata a caro prezzo.
Suicidio Barcellona: Araujo e Cancelo da matita rossa
Un sogno per i catalani, e un incubo che pare senza fine per il favoritissimo PSG, ancora una volta bocciato allāesame di maturitĆ . Fino al 29ā², quando cambia la partita e (chissĆ ) la storia di questa Champions League. Black out temporaneo della retroguardia blaugrana, Nuno Mendes imbuca per Barcola. Inserimento flash del giovane francese, abbattuto da Araujo appena prima di entrare in area di rigore.
Fallo o contatto di gioco? Il signor Istvan Kovacs non ha dubbi. Punizione dal limite e conseguente cartellino rosso per il centrale uruguaiano. IngenuitĆ fatale di Araujo, che lascia in 10 i suoi proprio nel momento piĆ¹ delicato della stagione del BarƧa. Questione di centimetri e di regolamenti, dal momento che un eventuale rigore avrebbe significato il semplice cartellino giallo.
Questo improvviso colpo di scena costringe Xavi a una decisione drastica. Fuori il funambolo Yamal, migliore in campo sino a quel momento, e dentro il roccioso Inigo Martinez. Sostituzione in pieno stile italico, con conseguente messaggio inequivocabile. Per la successiva ora di gioco, Barcellona tutto in difesa per resistere allāassedio parigino e sperare che la gara finisca il prima possibile. In questi casi, la regola madre ĆØ una sola: mai subire gol prima dellāintervallo.
Esattamente lāopposto per chi attacca. Se si deve pareggiare, bisogna buttarla prima della fine del primo tempo. E la ruota gira proprio in favore del PSG, caparbio nel trovare il pari con DembelĆ©, grande ex fischiatissimo dal Lluis Companys, al 40ā². Quello ĆØ il momento decisivo. E nella ripresa, il Barcellona si trincera dietro la linea della palla, lasciando il solo Lewandowski a sgomitare in solitaria contro lāarcigna retroguardia dei parigini.
I catalani si abbassano troppo e Vitinha punisce ter Stegen con una rasoiata chirurgica e imparabile dal limite dellāarea. Il palo di Gundogan testimonia la serata storta del Barcellona, che viene tradito da Joao Cancelo pochi istanti dopo. Il portoghese si rende protagonista di uno sciagurato e inutile intervento scomposto in area di rigore. Dal dischetto si presenta MbappĆ©, piuttosto in ombra fino a quel momento.
Ma si sa, i campioni emergono nelle situazioni piĆ¹ complesse. E proprio come nella finale mondiale, il numero 7 ĆØ una sentenza. Destro forte e angolato. Rimonta completata. Un Barcellona stoico si riversa in avanti, spinto dal proprio pubblico, ma lāepilogo ĆØ abbastanza logico: ripartenza fulminante del PSG, con ancora il solito MbappĆ© che cala il poker nonostante i due miracoli di ter Stegen.
1-4 finale che sancisce lāeliminazione del Barcellona e la resurrezione francese. PSG che riesce a salvarsi, favorito dal suicidio blaugrana, oltre che dallo spirito battagliero trasmesso da un Luis Enrique spaccone ma tuttāaltro che sprovveduto. Il tecnico stesso aveva pronosticato la rimonta alla vigilia e i fatti gli hanno dato ragione.
Semifinale e grande chance di arrivare fino in fondo, visto che il prossimo incrocio sarĆ contro lo sfavillante ma inesperto Borussia Dortmund. Al Khelaifi in tribuna avrĆ avuto modo di gongolare, per questo traguardo inaspettato ma che apre a nuovi orizzonti, prima del doloroso addio di MbappĆ©. Cāest possible.
Atletico a fine corsa
Ribaltone clamoroso anche al Signal Iduna Park, dove un Borussia Dortmund mai domo ĆØ riuscito nella clamorosa impresa di rovesciare un risultato che pareva giĆ scritto, nonostante gli scossoni dellāandata. Atletico Madrid autunnale, nonchĆ© sfasato tatticamente e fin troppo molle nellāapproccio, fattosi sorprendente dalla partenza a fionda, piuttosto preventivabile in realtĆ , del BVB.
I favori del pronostico erano tutti dalla parte dei Colchoneros, nonostante la sfida del Civitas avesse lasciato intuire qualche scricchiolio della banda di Simeone, completamente scioltasi in terra teutonica, al cospetto di un gruppo giovane e sfrontato. La bontĆ di Brandt e Sabitzer, unito allāesperienza di Hummels ed Emre Can sono state le armi che il Borussia Dortmund ha messo in campo, indispensabile per superare lāostacolo iberico.
LāAtletico Madrid prende parte dalla Caporetto spagnola, travolto dai terribili ragazzi di Terzic, che riporta invece i tedeschi in semifinale di Champions League dopo 11 anni. Etichettata come la Cenerentola dei quarti, il Borussia ha imposto il proprio gioco, scintillante e rapido, unito a una freschezza tipica dei gialloneri, tornati a riaffacciarsi nel mondo delle prime 4 dāEuropa.
Di quel lontano 2013 sono rimasti solamente Mats Hummels, solito difensore ballerino con i piedi delicati ma leader indiscusso, e Marco Reus, avanti con lāetĆ ma arma importante a gara in corso. Con il giusto mix, Terzic ha invertito lāinerzia del doppio confronto, conscio dei pericoli creati dal Dortmund in Spagna, quando solamente i legni avevano salvato lāAtletico.
Proprio i Colchoneros sembrano giunti al termine del ciclo di Simeone, col Cholo che aveva tentato di intraprendere unāaltra via, senza perĆ² ottenere i risultati. Col senno di poi, anche lāInter ha molto da recriminare, vista la permeabilitĆ di questo Atletico, scioltosi come neve al sole al cospetto della ventata di gioventĆ¹ ed entusiasmo portata dal BVB, outsider da non sottovalutare nemmeno per la corazzata PSG, che incontrerĆ in semifinale.
Brandt e Sabitzer sugli scudi
Con la delusione dello scorso anno, quando la Bundesliga sfumĆ² solo allāultima giornata, il Borussia Dortmund pareva essersi smarrito, inducendo la dirigenza a mettere sotto osservazione Edin Terzic. Anche questāanno, col campionato divenuto precocemente unāutopia, sembrava destinato a concludersi in un totale fallimento.
A maggior ragione dopo il sorteggio, che aveva condannato il BVB al girone di ferro, con Milan, PSG e Newcastle, superato invece in maniera decisamente brillante, addirittura al primo posto. A quel punto, la dea bendata aveva deciso di promuovere il Borussia Dortmund, assegnandole il PSV Eindhoven come avversaria agli ottavi, altro turno superato senza particolare affanno.
Poi ĆØ arrivato il capolavoro di Terzic, troppo poco menzionato, ma capace di tenere sempre alto lāentusiasmo dei suoi, grazie a una manovra tanto fluida quanto sbarazzina. Molti gol concessi, anche a causa di una difesa āallegraā, il tutto perĆ² bilanciato da una creativitĆ con pochi eguali attualmente. Basti pensare alle individualitĆ presenti nel reparto offensivo, vero oro del Borussia Dortmund semifinalista.
Brandt e Sabitzer hanno fatto ammattire la difesa dellāAtletico, dispensando gol e giocate per i propri compagni, senza mai cadere nel lezioso, errore piuttosto semplice da compiere in determinate situazioni. Ma il BVB non ha lasciato nulla per strada, se non un quarto dāora di blackout che ha permesso ai Colchoneros di tornare in partita.
Peccati veniali, visto quello che ĆØ stato lāepilogo, con la stella di Marcel Sabitzer salito in cattedra splendente nel cielo sopra Dortmund. Un miracolo? Non esattamente, quanto piuttosto unāenorme prova di caparbietĆ e carattere, grazie a cui lāavventura continentale del Borussia puĆ² proseguire per unāavvincente doppio incontro con il PSG, dove i gialloneri saranno nuovamente sfavoriti. Ma la serata di ieri ha dimostrato come, soprattutto in questa Champions, nulla sia scritto a priori.
Champions stellare
E proprio perchĆ© nulla ĆØ giĆ deciso in partenza, anche questa sera, mercoledƬ 17 aprile, ci attendono due partite ad alta tensione. Manchester City-Real Madrid e Bayern Monaco-Arsenal, sfide stellari, degne di una Champions League da capogiro, senza esclusione di colpi e pronta a riservare sorprese esattamente come ieri.
Due gare in perfetta paritĆ , specialmente ora che ĆØ stata abolita la regola dei gol in trasferta, il che rende le partite di ritorno ancora piĆ¹ intriganti e incerte. In sostanza, due 0-0, nonostante il primo round abbia lasciato intendere, soprattutto al Bernabeu, su chi possano spostarsi i favori del pronostico, per ottenere una semifinale piccante ed equilibrata, a dispetto di PSG-Borussia Dortmund.
City-Real da brivido
Quella ritenuta da molti come āla finale anticipataā ha visto uno spettacolare 3-3 fra Real Madrid e Manchester City, le due principali favorite per la vittoria finale. Ć quasi un peccato pensare che questa sera, una delle due abbandonerĆ la scena. Ed ĆØ proprio per questo motivo che quella dellāEtihad si preannuncia unāautentica battaglia, con stoccate e colpi ad effetto, il migliore spettacolo che la Champions League attuale possa mandare in campo.
Guardiola contro Ancelotti, De Bruyne e Haaland contro Bellingham e Vinicius. Scontro tra titani, dove il City ĆØ favorito, conscio perĆ² di affrontare il simbolo della Champions, memore del 4-0 dello scontro ma anche della beffa subita due anni fa, dopo un pirotecnico 4-3. Mai dare per spacciato il Real Madrid, a proprio agio nel panorama europeo, anche quando i favori del pronostico pendono dalla parte opposta.
Bayern Monaco-Arsenal da ultima spiaggia
Dallāaltra parte, Bayern Monaco-Arsenal ĆØ investita da un fascino leggermente inferiore, a dispetto di un equilibrio senza eguali, venuto alla luce allāEmirates. il 2-2 maturato in terra albionica, lascia qualche speranza in piĆ¹ ai tedeschi, chiamati a salvare unāannata altrimenti disastrosa, avendo definitivamente abdicato in patria dopo 11 anni di dominio ininterrotto.
Discorso simile, con qualche sfumatura per lāArsenal, ancora in corsa per la Premier League nonostante lāinaspettata sconfitta casalinga per mano dellāAston Villa. I londinesi hanno la grande opportunitĆ di scrollarsi di dosso la fastidiosa etichetta di eterni incompiuti, benchĆ© nella cornice dellāAllianz Arena, il tifo sarĆ tutto in favore di un Bayern ferito seppure, anchāesso, mai sconfitto.