Le 40 meraviglie di Djokovic: Parigi-Bercy antipasto delle Finals

Novak Djokovic tocca quota 40 Masters 1000 a Parigi-Bercy, il modo migliore per arrivare alle Finals di Torino e prendersi un altro record

Gabriele Turchetti
4 Minuti di lettura
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Sorprese, spettacolo, polemiche, non è mancato nulla nel corso del torneo di Parigi-Bercy, ma alla fine, come spesso accade, il risultato è lo stesso. “Il calcio è un gioco semplice: 22 uomini rincorrono un pallone per 90 minuti e alla fine la Germania vince” sosteneva l’ex calciatore inglese Gary Lineker; una situazione che può essere riproposta anche nel mondo del tennis, dove a sollevare il trofeo è quasi sempre Novak Djokovic. Basti pensare che negli ultimi cinque tornei disputati, il campione serbo ha sempre vinto il titolo, tranne a Wimbledon dove è stato sconfitto in finale da Carlos Alcaraz.

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E così, sul cemento di Parigi-Bercy, Nole ha aggiornato nuovamente il libro dei record, mettendo in bacheca il suo Masters 1000 numero 40 e raggiungendo quota 97 titoli in carriera. Sicuramente non è stata la miglior versione di Djokovic, ma da grande campione qual è, il numero uno del mondo ha fatto la differenza nei momenti importanti del torneo ed ha alzato il suo livello di gioco in finale, dove uno straordinario Grigor Dimitrov non ha potuto fare nulla per fermarlo.

Novak Djokovic, Parigi-Bercy
Novak Djokovic, Parigi-Bercy @livephotosport

Djokovic è un po’ più umano a Parigi-Bercy

Non è facile tornare in campo dopo quasi due mesi e ritrovare subito le migliori sensazioni, nemmeno se ti chiami Novak Djokovic. La partenza era stata anche positiva, nonostante di fronte avesse un avversario decisamente inferiore come Etchveverry, ma nel corso del torneo di Parigi-Bercy il serbo ha rischiato addirittura di essere eliminato, in particolare agli ottavi di finale contro Griekspoor. Ha dovuto combattere e ricorrere al terzo set anche nelle due partite successive con Rune e Rublev, ma la mentalità del campione ha fatto di nuovo la differenza.

La versione parigina di Djokovic è sembrata più umana, distante dalle prestazioni dominanti dei tornei precedenti, ma ancora una volta il titolo – il settimo a Parigi-Bercy – è finito nelle sue mani. Umana anche nelle interazioni col pubblico, più volte provocato da Nole, che si nutre dei fischi soprattutto nei momenti di difficoltà. Umana, infine, dopo la finale vinta, quando il numero uno del mondo ha interrotto la sua intervista per confortare un Dimitrov in lacrime, consapevole di aver sprecato un’occasione che difficilmente ritornerà.

Novak Djokovic, Parigi-Bercy
Novak Djokovic, Parigi-Bercy @livephotosport

Djokovic il cannibale: altro record nel mirino alle Finals

La stagione tennistica sta per giungere al termine e l’attesa aumenta per le Finals di Torino, che avranno come protagonista anche il nostro Jannik Sinner, costretto al ritiro a Parigi. Il grande favorito non può non essere Djokovic, che per sei volte si è laureato Maestro nel corso della sua gloriosa carriera, un record condiviso con Roger Federer. Questa volta il serbo è uscito allo scoperto, dichiarando di volersi prendere ogni primato possibile.

I record di maggior numero di Masters 1000 e di Slam già sono suoi e, adesso, Nole vuole staccare lo svizzero e prendersi il settimo titolo alle Finals. Intanto, con una vittoria nel girone blinderebbe il primato nel ranking e andrebbe a chiudere l’anno come numero uno del mondo per l’ottava volta in carriera. Nonostante i 36 anni, Djokovic non sembra sazio di successi e record e, dopo la doppietta parigina (Roland Garros e Parigi-Bercy) è pronto a conquistare Torino, per poi chiudere la stagione provando a riportare la Coppa Davis in Serbia a distanza di 13 anni dalla prima ed ultima volta.

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